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Editoriale

Nations League, Italia-Spagna non può gettare ombre sul percorso

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Italia-Spagna segna la conclusione della striscia record degli Azzurri, battuti nella semifinale di Nations League

A pensarci bene, Italia-Spagna di Nations League si è riproposta esattamente come l’avevamo assaporata tre mesi fa. Con la piccola, ma letale differenza che in questa semifinale la digestione è stata quanto mai problematica.

E soprattutto il risultato non ha sorriso agli Azzurri, estromessi dalla competizione dalla prestazione quasi perfetta delle Furie Rosse. Che hanno controllato e dominato il possesso palla in lungo e in largo, non solo dopo la sciocca espulsione di Bonucci.

Proprio come a Wembley il falso nueve di Luis Enrique ha creato infiniti equivoci nelle letture dei nostri centrocampisti e difensori. Vestire i panni di Dani Olmo questa volta è toccato a Sarabia, ma l’effetto è stato pressoché identico, ennesima dimostrazione di quanto il calcio fluido e dinamico della Roja sia insito nel cervello e nei piedi di qualsiasi giocatore spagnolo del nuovo Millennio.

Vedere per credere la prestazione sublime del diciassettenne Gavi, capace di far impallidire il suo idolo Verratti e un presunto Pallone d’Oro come Jorginho. Ma il nuovo talento del Barcellona è stato soltanto la punta di un iceberg che evidenzia una volta di più lo straordinario lavoro dell’ex tecnico della Roma. E lo scrivevamo allo stesso modo la sera della sconfitta londinese.

Dunque si conclude l’era della Nazionale imbattibile che per 37 gare consecutive ha riscritto il libro dei record. Scalfita da Ferran Torres e affondata dal suo capitano, l’Italia si è aggrappata all’orgoglio e alla straripante condizione di Chiesa, l’ultimo a mollare. Ma non è bastato il fuoriclasse della Juve per rimettere in piedi una sfida nata sotto la cattiva stella, con la nostra versione di falso nueve che tra Insigne e Bernardeschi ha fatto rimpiangere l’assenza di un centravanti puro.

Ma come detto sapientemente, e un po’ lapalissianamente, da Roberto Mancini “Meglio perdere in Nations League che nella finale degli Europei o nella finale dei Mondiali. Perché non può essere una battuta d’arresto dopo tre anni a porre dubbi sul percorso o sulla raggiungibilità del prossimo obiettivo. Road to Qatar 2022, quindi, magari per giocarsi la “bella” contro questa splendida Spagna di Luis Enrique.

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