Editoriale
Serie A: la solita Juve da derby, l’Inter si aggrappa a Dzeko (e al VAR)
Il sabato della Serie A ha rilanciato le ambizioni della Juve mentre l’Inter si salva grazie a Dzeko e al “regalino” di arbitro e VAR
L’ultimo turno di Serie A prima della Final Four di Nations League ha riproposto con forza la candidatura della Juve che nel gustoso anticipo del sabato ha stanato il Toro nei minuti finali.
Non certo una novità per i bianconeri che per l’ennesima volta hanno conquistato il potere cittadino con un golden-gol a pochi sussulti dal triplice fischio.
Eroe nell’occasione Manuel Locatelli, il quarto neo acquisto consecutivo a griffare il derby della Mole dopo Cristiano Ronaldo, De Ligt e Mckennie. Altra incredibile consuetudine di un duello che continua a essere ostile alle fortune granata.
Perché il Torino ha tutt’altro che demeritato, comandando a lungo le operazioni dopo le pericolose sbandate nei primi dieci minuti. Ma è mancato il guizzo di un attacco nel quale Sanabria e Brekalo sono stati pressoché annientati da un superbo De Ligt.
E non è stato evidentemente il derby delle punte nel suo complesso: senza i vari Morata e Dybala, Belotti, Zaza e Pjaca, Allegri e Juric hanno raccolto talmente poco da ciò che avanzava al punto da scegliere per buona parte del match un assetto di fatto senza attaccanti veri. Una assoluta rarità nel contesto di un derby che ha invece rispolverato le solite routine.
Dunque una Juve più allegriana che mai manda un messaggio alle contendenti per lo Scudetto, tra le quali ovviamente l’Inter di Simone Inzaghi che si è salvata al Mapei con un ribaltone in stile Firenze.
I nerazzurri annaspano per un’ora, venendo salvati ripetutamente da Handanovic e soprattutto dal VAR che non giudica un errore la scelta garantista di Pairetto sul contatto tra il portiere sloveno e Defrel a fine primo tempo.
Poi quattro cambi in un colpo solo e il mondo cambia, immediatamente. I campioni d’Italia si ritrovano d’improvviso, Dzeko squarcia la partita e dà il via alla rimonta che regala tre punti ma non cancella i dubbi su una prestazione troppo altalenante e condita da infiniti errori tecnici. La strada verso il bis è ancora molto lunga.