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Paratici come non si era mai visto: così vuole riprogrammare il Tottenham

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Paratici tottenham

Fabio Paratici sta approcciando la nuova vita professionale al Tottenham con una prospettiva molto diversa rispetto ai tempi della Juventus

Come avevamo scritto qui, l’ultimo biennio del Tottenham ha quasi cancellato quanto di buon fatto negli anni prima. I risultati mediocri hanno escluso gli Spurs dalla Champions League, con oltretutto tanti giocatori entrati in una profonda involuzione e pochi giovani valorizzati rispetto al ciclo di Pochettino.

Paratici ha preso le redini di un club che quindi deve ricostruire, che necessita di una vera e propria rifondazione. Alla Juventus, il manager piacentino si trovava in una società con l’obbligo della vittoria, con sessioni di mercato spesso caratterizzate da parametri zero e acquisti di calciatori prossimi ai 30 anni: insomma, operazioni pensate al breve periodo, per vincere subito acquistando giocatori fatti e finiti.

Al contrario, in queste settimane stiamo vedendo un modo diverso di impostare il calciomercato (senza dubbio anche legato ai differenti obiettivi sportivi del Tottenham). Paratici, apprezzato da tutti gli addetti ai lavori per la profonda conoscenza e competenza calcistica, sta dimostrando coraggio nelle varie operazioni. Gli Spurs stanno facendo sul serio per giovani futuribili, proprio perché l’ambizione è quella di creare l’ossatura del domani.

Gollini sostituirebbe un Lloris ormai prossimo ai 35 anni, mentre Romero ringiovanirebbe drasticamente una difesa colma di over 30. Oltre che di età più bassa (Romero è classe 1998), sono giocatori con esperienza internazionale, che hanno agito da protagonisti in palcoscenici importanti. Il difensore ex Genoa ha appena vinto la Copa America da titolare.

E’ però soprattutto un’altra operazione di mercato che mostra bene l’ambizione di Paratici. Il Tottenham è infatti vicino all’ingaggio di Bryan Gil, ala talentuosa del Siviglia (anche se è esploso in prestito ad Eibar) e tra i principali prospetti del calcio spagnolo. Per ingaggiare il calciatore, i londinesi investirebbero 25 milioni con in più anche il cartellino di Lamela. Si tratta quindi di una spesa importante: il Tottenham sfrutta la potenza economica della Premier League per aggiudicarsi uno dei migliori prospetti del calcio spagnolo, soffiandolo a chi non ha la forza per resistere a offerte molto alte in termini di soldi.

Insomma, Paratici si trova in un contesto quasi opposto a quello di Torino, ma sembra dimostrare idee chiare e intraprendenza sul modo in cui rinforzare la squadra. Paradossalmente, qualcosa che in molti rimproveravano alla Juve, società che raramente investiva in giovani futuribili e valorizzabili, preferendo giocatori già formati. Tutto ciò dimostra come, oltre che la filosofia del singolo dirigente, spesso sia il contesto della società a determinare il modo di agire: la Juve aveva determinati obiettivi e strategie, dunque ci si doveva orientare di conseguenza.

Nel caso dovesse partire Harry Kane, sarà poi interessante vedere come sarà investita tutta la mole incassata (si parla di quasi 200 milioni di euro). La partenza dell’asso inglese sarebbe una perdita drammatica dal punto di vista tecnico, ma Paratici la sfrutterebbe per continuare la costruzione di un Tottenham orientato soprattutto sul medio-lungo periodo.

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