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Spinazzola brucia le tappe: «A novembre sarò a disposizione, nella mia testa solo quella data»

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Leonardo Spinazzola sorprende tutti dopo l’infortunio e annuncia di voler tornare in campo a novembre

Leonardo Spinazzola non intende restare fuori a lungo, dopo l’operazione al tendine d’Achille, e in una intervista a Il Romanista annuncia di voler tornare a novembre.

RIETRO A NOVEMBRE – «Intendo dire che a novembre sarò a disposizione del mister per ricominciare a giocare. Nella mia testa c’è solo questa data. Altri ci sono riusciti, ci proverò anche io. So benissimo che c’è chi parla di gennaio, di febbraio e magari pure di marzo, ma io dico che a novembre torno in campo. Poi magari mi sbaglierò, lo vedremo».

RITORNO A TRIGORIA – «A Trigoria tornerò a lavorare il 2 agosto, a un mese dall’infortunio. Andrò a fare mobilità della caviglia sotto la tutela dei fisioterapisti, ho voglia di riprendere la routine e quello farà tanto. Ma per sei settimane non potrò poggiare neanche il piede a terra, poi mi aiuterò con le stampelle ma sempre con basso carico. Ma io già ora non sto fermo: ho già tolto i punti, ora mentre parliamo sto sul letto sdraiato, ma muovo il piede su e giù, per far sentire al muscolo che ci sono, che deve lavorare. Già vedo miglioramenti».

INFORTUNIO – «No no, non ho provato alcun dolore. Ho sentito un colpo. Mentre correvo con la coda dell’occhio speravo di vedere qualcuno dietro di me che mi avesse colpito. Quando ho realizzato che non c’era nessuno ho capito subito che si era rotto il tendine. Ma nessun dolore. Ho pianto solo perché ho capito che cosa mi sarei perso. Ho sentito un po’ di dolore solo la prima notte post operazione quando è svanito l’effetto dell’anestesia».

INTER – «Sì, mi ha ferito sentirmi dare dello zoppo, da quell’episodio ho trovato tutta la forza del mondo per riprendermi e per dimostrare a tutti quello che sono. Ora niente mi fa più paura. Sono molto più tranquillo dal punto di vista mentale. Faccio il lavoro più bello del mondo, ho una splendida famiglia e stiamo bene. Che cosa potrei chiedere di più?».

IMMARCABILE ALL’EUROPEO – «È successo solo che ho dato continuità al mio gioco giocando stabilmente a sinistra. Già all’Atalanta, prima di andare alla Juventus, avevo giocato su certi livelli, ricordo certe partite magnifiche col Borussia Dortmund e contro il Lione. Ma allora magari intorno all’Atalanta non c’era ancora l’interesse scatenato negli ultimi due anni e quindi non se ne parlava tanto. Ma giocavo come adesso con l’Italia».

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