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Sarri Lazio: come cambiano i biancocelesti con il tecnico toscano

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milinkovic-savic

Al netto di una conclusione dell’accordo ancora in ballo, il binomio Sarri Lazio rappresenta un’interessante novità: ecco quale sarebbe il nuovo volto dei biancocelesti

Dopo una lunga trattativa, Maurizio Sarri sembra a un passo dal diventare il prossimo allenatore della Lazio. Dopo la partenza di Simone Inzaghi, Lotito tiene alte le ambizioni ingaggiando uno dei migliori allenatori italiani.

Dal punto di vista meramente tecnico, ci sono però alcuni dubbi su come – in entrambe le fasi di gioco – la rosa attuale si sposi con l’ormai prossimo neo tecnico. L’ex Juventus applica un calcio di possesso in cui si cerca di dominare per più tempo possibile il pallone, attaccando in spazi molto brevi. Le squadre di Sarri crossano poco, fanno anzi tanta densità centrale con l’intera squadra raccolta in pochi metri: lo scopo è attaccare e sfondare con rapide combinazioni di prima, quindi è necessario un fraseggio sul corto molto rapido ed efficace. Qualcosa che, per esempio, a Torino si era visto molto poco.

juventus sarri

Una vecchia slide della Juve di Sarri, con la squadra molto stretta e collassata in mezzo.

Al contrario, e ciò si capisce dal 3-5-2 utilizzato, la Lazio di Inzaghi sfruttava di più le fasce e cercava di riempire il campo nella sua larghezza. La spinta dei quinti (Lazzari e Lulic/Fares/Marusic) era molto importante sia nella risalita che nella rifinitura. Lo scopo era quello di occupare per intero i 5 canali verticali del fronte offensivo, per avere riferimenti sia in ampiezza che tra le linee. Si vedevano in media molti più cambi di gioco rispetto alle squadre di Sarri e, sfruttando lo strapotere fisico di Milinkovic, la Lazio alzava molto di più la palla. Con Reina è diventata una squadra che costruisce ancora di più dal basso: sfrutta però molto anche il gioco lungo rispetto agli standard di un Sarri che vuole combinazioni più corte con la squadra molto vicina.

Ciò si ripercuote molto nel modo di attaccare. Che sia in ripartenza o costruendo dal basso, la Lazio cerca di farlo in campo aperto, lo scopo è quello di creare spazi per i propri velocisti. Al contrario di un Sarri che, come abbiamo detto prima, vuole restringere gli spazi e avvicinare molto i propri giocatori.

lazio luis alberto

Qui si vede come la Lazio tenga i quinti alti e aperti per attaccare l’ampiezza, utilizzando molto i cambi di gioco per imbeccare Lazzari.

Grosse differenze si vedono anche in fase difensiva. Le squadre di Sarri si sono sempre distinte per un indice PPDA piuttosto basso: concedono pochi passaggi prima di intraprendere un’azione difensiva, conseguenza della voglia di recuperare palla in avanti. Al contrario, soprattutto dopo il gol del vantaggio, la Lazio non ha mai esasperato il pressing offensivo. Anzi, tendeva ad aspettare piuttosto in basso i rivali, per poi poter attaccare in ripartenza grazie alla velocità dei propri uomini. Un’altra cosa che non abbiamo quasi mai visto nelle squadre di Sarri.

lazio roma 5 3 2 2

Insomma, le differenze tattiche non sono poche. Pur essendo molto organizzata ed esaltando la tecnica dei propri giocatori (basti pensare al lavorone fatto su Luis Alberto e Milinkovic), la Lazio di Inzaghi era una squadra più da transizione, che si esaltava quando le distanze si dilatano: una formazione che se potesse attaccherebbe sempre in campo aperto. Ovviamente i biancocelesti non erano solo quello, visto che hanno una prima costruzione molto elaborata e insistita, tuttavia è indubbio che si esaltassero soprattutto in spazi larghi.

Sarri cercherebbe di costruire una formazione più padrona del gioco, con un palleggio più continuo e una transizione difensiva più furiosa: pressare in avanti e recuperare palla non appena la si perde.

Viene dunque da pensare quanto la rosa attuale sia adatta per i principi di gioco dell’allenatore, formazione oltretutto costruita per un 3-5-2 che il tecnico toscano ha ammesso tante volte di non considerare neanche. Di conseguenza, mancano oggi parecchi profili sia in caso di 4-3-3 che di 4-3-1-2, che renderebbe necessario muoversi molto sul mercato per acquistare ali e fantasisti. Se non ci sono dubbi su Luis Alberto e Milinkovic, impiegabili in tanti modi diversi, al contrario altri giocatori non sono semplici da immaginare nello scacchiere di Sarri. Lazzari, per esempio, è tutto da vedere nella linea a 4 di Sarri, così come Immobile non è detto che renda allo stesso modo in un calcio di possesso meno verticale. Oltre ad ali e fantasisti, manca anche un vertice basso in grado di toccare una valanga di palloni e dare qualità all’uscita dal basso, cose che oggi Lucas Leiva (ormai in là con gli anni) non sembra in grado di fare.

Insomma, Sarri alla Lazio è un abbinamento di sicuro affascinante che però porta anche qualche dubbio alla luce della costruzione della rosa, plasmata per un calcio abbastanza diverso da quello che utilizza l’ex tecnico del Napoli. L’impressione è che, nel caso arrivasse l’ufficialità, Tare dovrà cambiare molti giocatori per plasmare una squadra coerente con le idee tattiche del nuovo allenatore.

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