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De Zerbi: «Sono pronto per una big. Locatelli e Boga? Ci siamo scontrati»
Roberto De Zerbi, allenatore del Sassuolo, ha partecipato alla Bobo Tv su Twitch: queste le sue dichiarazioni
Roberto De Zerbi, allenatore del Sassuolo, ha partecipato alla Bobo Tv su Twitch. Le sue dichiarazioni raccolte da sassuolonews.net.
BIG – «Se ci sono le condizioni e vuol dire giocatori di un certo tipo, avere l’autonomia completa che io voglio avere sì, altrimenti non mi sentirei pronto nemmeno per una squadra di livello inferiore del Sassuolo. Cosa vuol dire essere pronti? Io a 34 anni ho allenato il Foggia e in C non puoi passeggiare. Hai più pressioni a Foggia in C che a Sassuolo in A tra stampa e tifosi. Se fai questo lavoro devi sentirti pronto. Poi devi fare la conta con il materiale che hai a disposizione e le condizioni in cui ti mettono. Ogni tanto l’allenatore deve avere la forza di dire di no, non per paura perché i giocatori sono più importanti nell’andare a prendere il risultato ma non per sminuire la mia figura. L’allenatore ti può dare tutto ma poi chi determina e lo dico perché ero un trequartista, determina la scelta, l’intuizione del calciatore, quello che vede lui non lo può vedere l’allenatore, ti può aiutare dalla panchina ma in campo ci va il calciatore».
LOCATELLI E BOGA – «Sono tutti e due giocatori con i quali mi sono scontrato forte, forte, forte. Con Locatelli all’inizio del secondo anno, ma pesante proprio, perché entrambi sono stati dotati di qualità superiori da madre natura. Io ho cercato di migliorarli in due cose: dargli un ordine in campo, Boga non sapeva attaccare la profondità e per un attaccante che vuole la palla sui piedi 10 volte su 10, è meglio alternare. Sono migliorati nella testa. Locatelli dovrebbe perdere un po’ la superficialità che ha, ha anche quel briciolo di presunzione che serve. Lui nella sua testa si vede titolare all’Europeo con l’Italia ma non deve essere superficiale. E’ un giocatore di livello mondiale. Boga ha doti tecniche, fisiche, pazzesche ma è troppo timido, è riservato, non chiama la palla in campo, non si impone come un giocatore del suo talento. Adesso ho avuto anche uno scontro con lui e speriamo che serva per aiutarlo. A me piace essere d’aiuto con i giocatori, spero che tra qualche anno possano ricordarmi importante per la loro crescita».
COSTRUZIONE DAL BASSO – «Io sono etichettato come l’allenatore della costruzione dal basso ma a me vien da ridere quando sento queste cose, si cerca di sminuire tutto con troppa facilità. Quello che ha scritto Prandelli mi ha fatto riflettere, il calcio brucia tutto in pochi secondi, lui dice che non si sente al passo, ed è così anche per me che sono più giovane di lui. Non c’è coerenza in quello che si dice, palo-gol hai un’idea e palo-fuori hai un’altra idea».