Manchester City
Gundogan punta, numeri da cecchino: ecco perché è la mossa dell’anno – ANALISI TATTICA
La grande rivelazione dell’anno è senza dubbio Gundogan, reinventato da Guardiola come terminale offensivo del suo dominante Manchester City
L’avvio di stagione del Manchester City sembrava proseguire sullo stesso modo della deludentissima annata passata. Gli inglesi erano spesso sterili in avanti e molto fragili dietro, di conseguenza la squadra di Guardiola era incappata in parecchi passi falsi.
Invece, con 21 vittorie consecutive, il City è rinato e ha messo con largo anticipo le mani sulla terza Premier League in cinque anni di Pep. Ogni stagione del tecnico catalano è stata contraddistinta da esperimenti e intuizioni tattiche (basti pensare al falso terzino).
La principale chiave della Premier di quest’anno consiste nell’essersi reinventato Gundogan – un mediano – come centravanti. Con un Aguero a fine corsa e due attaccanti – Sterling e Jesus – che preferiscono partire da una posizione defilata, l’ex Borussia Dortmund è diventato il principale riferimento offensivo in mezzo.
Il tedesco è bravo sia a creare spazi per i compagni (ben esprime la famosa frase di Guardiola “Il nostro centravanti è lo spazio”), sia proprio a finalizzare l’azione. Ha infatti numeri molto importanti, che dimostrano un sorprendente cinismo per un mediano che solo due volte aveva superato i 3 gol in stagione.
Gundogan in assoluto non tira tantissimo (i 2.2 tiri per 90′ sono solo il settimo dato del City), ma lo fa bene e soprattutto in posizione pericolose. E’ infatti il quarto giocatore di Guardiola per Expected Gol su azione (0.36 ogni 90′).
Il tedesco è il capocannoniere in Premier del City con ben 12 gol segnati in 1750′ (e non ha iniziato la stagione da prima punta). Spicca in particolare il cinismo negli ultimi metri, visto che i suoi Expected Goals ammontano a 8.61. In pratica, ha segnato quasi 4 gol in più di quelli “attesi”, qualcosa che dimostra la sua grande efficacia negli ultimi metri.
Insieme a Joao Cancelo, Gundogan è forse l’uomo copertina di un Manchester City che aspetta solo la matematica prima di festeggiare un titolo strameritato.