Champions League
Juve, la Champions è ancora tabù, il gol di Chiesa basterà per i quarti?
Sconfitta pesante ad Oporto, la Juve rischia grosso e nel finale Chiesa accenda la speranza. Ma in Europa serve un cambio di marcia
Nelle ultime tre stagioni la Juventus ha perso le tre sfide di andata degli ottavi di finale di Champions, il chiaro sintomo di una difficoltà oggettiva che va ben al di là dell’avversario. L’Europa di solito galvanizza e spesso evoca imprese, ma l’unica nel recente passato bianconero è il 3-0 contro l’Atletico Madrid allo Stadium griffato CR7, solo sfiorata invece l’altra rimonta al Bernabeu cancellata dal rigore di Ronaldo dopo l’espulsione di Buffon. Il recente bilancio dei bianconeri in Champions è nettamente sfavorevole, esattamente come quello delle finali giocate e vinte, e la sfida di Oporto si conferma ben più complicata del previsto, incanalandosi immediatamente sui binari più sfavorevoli possibili: il vantaggio regalato da Bentancur, l’infortunio di Chiellini, e un rigore non concesso da del Cerro Grande su Ronaldo nel finale.
Nulla di nuovo per una Juve incapace di trasformare il dominio degli ultimi 9 scudetti consecutivi in merce da esportazione, troppo vulnerabile e sempre più vittima del suo compresso di inferiorità, in Europa. I due gol del Porto, infatti, nascono soprattutto da incertezze e approcci sbagliati in avvio dei due tempi, leggerezze che in competizioni come la Champions costano caro. Il 2-1 non preclude assolutamente il passaggio del turno, anzi, il gol di Chiesa pesa come un macigno ma oltre ai dragoni Pirlo dovrà sconfiggere anche i fantasmi che infestano le serate europee juventine. Fuori con il Real ai quarti tre anni fa, l’Ajax sempre ai quarti due anni fa, il Lione l’anno scorso agli ottavi, troppo poco per una squadra costruita per arrivare fino in fondo. Pirlo ha tempo fino al 9 marzo per trovare l’antidoto; questa la Juve non può permettersi di uscire agli ottavi contro il Porto.