2020
UEFA, Uva: «Lotta al razzismo e parità di genere. Ecco i nostri obiettivi»
Michele Uva, futuro numero uno del dipartimento Calcio e responsabilità sociale della UEFA, ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera
Michele Uva, futuro numero uno del dipartimento Calcio e responsabilità sociale della UEFA, ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera.
INCONTRO CEFERIN-SASSOLI – «In quel colloquio c’è un bel riassunto di ciò che ci aspetta. Dalla sostenibilità ambientale degli eventi e degli stadi al razzismo, dal sessismo ai progetti sui rifugiati, fino alla parità di genere: dobbiamo coniugare il calcio e la società civile e fare in modo che il nostro mondo sia di esempio per i milioni di fans a cui si rivolge. Ci sono poi i 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che potranno essere una traccia importante per la crescita sociale del calcio. Priorità razzismo? Lo è per la società civile: il calcio amplifica le patologie sociali, ma lo sport resta il terzo passaggio di una filiera che inizia con la famiglia e prosegue con la scuola. Lo sforzo, per capire che è assurdo parlare di colore della pelle, di religione o di provenienza geografica, deve essere corale: il calcio sta facendo e farà la sua parte. Ma non può sostituirsi all’educazione di base».
CORONAVIRUS – «Credo che gli effetti li vedremo nel prossimo biennio, ma il calcio e lo sport avranno sempre un ruolo importantissimo: non penso diminuiranno tesserati e praticanti. Né l’amore per il pallone. Anzi, sono convinto che quando la vita sociale ed economica torneranno normali, avremo un entusiasmo ancora maggiore, con più voglia di sport, praticato o fruito da spettatori».