Castan: «Sempre grato alla Roma. Spalletti? Non porto rancore» - Calcio News 24
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Castan: «Sempre grato alla Roma. Spalletti? Non porto rancore»

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Leandro Castan, ex difensore della Roma attualmente al Vasco de Gama, ha raccontato la dura battaglia contro la malattia: le sue parole

Leandro Castan, ex difensore della Roma attualmente al Vasco de Gama, ha raccontato la dura battaglia contro la malattia.

ULTIMA PARTITA A EMPOLI – «La posso definire l’ultima partita “vera” giocata con la maglia della Roma. Scesi in campo il primo tempo, passammo pure in vantaggio con un tiro di Nainggolan e quello fu il gol vittoria. Io venni cambiato nell’intervallo, ricordo pure di aver rilasciato un’intervista flash a Sky prima di rientrare negli spogliatoi. Dopo un po’ sono iniziati i problemi. Giramenti di testa, malessere diffuso. I medici mi portarono in ospedale per capire di che cosa si trattava. La diagnosi fu impietosa. Un cavernoma cerebrale. In quel momento mi sono sentito perso, scoraggiato, non sapevo che pensare, cosa fare. Tutto all’improvviso, anche se forse un’avvisaglia l’avevo già avuta in precedenza».

ROMA – «Ringrazierò sempre la Roma. Quando Sabatini mi prese dal Corinthians ero un ragazzo fortunato, con tanti sogni nel cassetto realizzati, da calciatore professionista. Avevo vinto il campionato in Brasile, la Libertadores, poi è arrivata la chiamata della Selecao. Dopo il primo anno di adattamento nella Roma, il secondo anno con Benatia siamo stati la coppia centrale di difesa tra le prime tre in Europa. Ho fatto di tutto per tornare quello della stagione 2013-14, veramente ogni cosa, ma non è stato possibile».

SPALLETTI – «Ho il mio modo di vivere. Non porto i sentimenti maturati nel posto di lavoro nella mia vita. Non provo rancore mai per nessuno. E non l’ho fatto nemmeno con lui. Ho rispettato la sua scelta da professionista, sapendo che lui in quel momento doveva prendere delle decisioni per il bene della Roma. È un lavoro e in un posto di lavoro possono capitare cose di questo tipo. Quando nel 2017-18 sono passato al Cagliari e lui era andato all’Inter, ci intrattenemmo prima della partita a parlare lì sul terremo di gioco. E ci chiarimmo senza problemi».

CORONAVIRUS – «Sono stato asintomatico. Dunque, resto con la guardia alta. Quando si è asintomatici, dicono che l’immunità non sia garantita. Almeno è quello che sostengono in Brasile gli esperti. Qui la situazione è complicata. Il governo ha aperto tutto per un periodo. C’è tanta gente che soffre. La speranza è che con l’inizio del prossimo anno e l’arrivo del vaccino tutto diventi un brutto ricordo».

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