2020
Spadafora: «Giusto aiutare la Serie A. Ma serve rinnovarsi»
Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, ha parlato a 90° minuto del calcio italiano. Ecco le sue dichiarazioni
Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, ha parlato a 90° minuto del calcio italiano. Ecco le sue parole.
AIUTI DA GOVERNO – «Sono d’accordo con l’emendamento proposto dal Pd, l’ultima cosa che vorrei sarebbe vedere la guerra tra i settori dello sport. Il mio obiettivo è aiutare tutto lo sport. All’inizio mi sono impegnato soprattutto per aiutare lo sport di base, con milioni di persone che non possono più praticare sport e realtà danneggiate. Non per questo non dobbiamo sostenere il calcio. Il calcio è lo sport che determina le maggiori entrate fiscali che noi poi distribuiamo a tutte le altre discipline. È giusto aiutarlo. Anche la Serie A è giusto che sia aiutata ma è necessario anche che si riorganizzi. Dal Pino ha avviato già il percorso di rinnovamento, mi auguro che possa continuare».
SALARY CAP AI CALCIATORI – «Non so se metterlo o meno sia una cosa buona, ma di certo in questo momento storico, e non solo per l’emergenza sanitaria, sentire la contrapposizione tra un mondo del calcio che chiede aiuto perché non ce la fa e degli stipendi che sono al di sopra della realtà e delle possibilità stesse delle Società mi sembra sicuramente contraddittorio. Sicuramente una forma che contemperi questo problema io la vedrei, anche come cittadino e tifoso. Bisognerebbe prendere da esempio gli altri paesi in cui la Serie A sostiene e aiuta anche le altre serie minori. Credo che Gravina molte cose le stia già facendo, ma è nell’autonomia sacrosanta del mondo dello sport quella di rivedere gli schemi dei campionati. Anche noi, forse, dovremo invitare in modo stringente a rivedere tutto il sistema e ad aiutare tutte le altre serie minori a parte la Serie A».
MALAGO’ – «Ho grande rispetto per il presidente del Coni, il mio compito non è creare conflitti. Ha ragione a dire che i nostri rapporti sono istituzionali, non siamo amici a prescindere, ma questo mi aiuta nei confronti del mondo dello sport, dal quale sono sempre stato considerato un estraneo».