2020
Italia Estonia: Bernardeschi fa la differenza da esterno – ANALISI TATTICA
Bernardeschi è stato tra i migliori in Italia-Estonia. Pur partendo largo, si stringeva molto dentro al campo
Sotto la guida di Mancini, l’Italia ha iniziato un percorso piuttosto chiaro. La Nazionale vuole applicare un calcio di possesso e di posizione, con moduli fluidi che cambiano a seconda delle fasi: ci si difende con un 4-3-3 che diventa un 3-2-5 quando l’Italia ha la palla. Lo scopo è quello di attaccare con tanti giocatori e riempire tutti e 5 i corridoi verticali, per occupare sia l’ampiezza che i canali interni. Visto che ci sono così tanti giocatori sopra la linea della palla, è anche fondamentale la riaggressione: bisogna allenarsi a recuperare palla subito dopo averla persa, per evitare di concedere occasioni pericolose in ripartenza.
Il match con la Estonia, apparentemente di scarso appeal, è importante perché certifica la forza con cui lo staff tecnico crede nei propri principi di gioco. Si trattava di un amichevole con tanti rincalci, in cui magari si poteva provare qualcosa di diverso. Invece, l’Italia ha giocato nello stesso identico modo di sempre: il 4-3-3 senza palla diventava un 3-2-4-1 in fase di possesso. La difesa a 3 era composta da Di Lorenzo, D’Ambrosio e Bastoni, con Gagliardini e Tonali davanti a loro. Alle spalle di Lasagna, agivano Grifo e Soriano nei mezzi spazi, con Bernardeschi ed Emerson che davano ampiezza come quinti. Insomma, Mancini sta provando a dare un’identità forte a tutta la Nazionale, in modo da inculcare anche ai rincalzi i principi di gioco della squadra.
Il gol che ha sbloccato il match è arrivato da una prodezza di Grifo su una bella sponda di Lasagna. Tuttavia, è sul lato destro che la Nazionale ha fatto vedere le cose più interessanti, dimostrando buona fluidità.
Come scritto sopra, Soriano agiva tra le linee mentre Bernardeschi dava ampiezza. Palleggiando e sovraccaricando a sinistra, L’Italia riusciva spesso a trovare il bolognese tra le linee libero di ricevere. Tuttavia, a destra si verificavano anche parecchie rotazioni interessanti per dare più imprevedibilità alla squadra. Soriano e Bernardeschi si cambiavano spesso di posizione, con il primo che si apriva e consentiva così allo juventino di entrare dentro al campo. Un contesto ottimale per lui, visto che Bernardeschi ama partire defilato per poi rientrare sull’interno. Così è arrivato il gol del 2-0.
Un esempio qui, in cui Bernardeschi entra dentro al campo e Soriano prende il suo posto largo a destra.
Oltre a Soriano, anche Di Lorenzo (il terzo di difesa) dava un contributo importante. Quando l’Italia consolidava il possesso e schiacciava l’avversario, si alzava spesso in sovrapposizione. Supportava quindi bene Bernardeschi nei frangenti in cui il carrarino si stringeva.
La sovrapposizione di Di Lorenzo, con Bernardeschi che lo premia.
Le partite (decisive) contro Polonia e Bosnia saranno tutta un’altra storia, ma non è scontato vedere una Nazionale che finalmente sta seguendo una strada ben precisa dal punto di vista tattico. Cambiano gli interpreti, ma l’Italia cerca sempre di fare il proprio calcio sempre e comunque.