CAPELLO – «Lui mi ha voluto fortemente dopo un anno a Firenze. Avevo esuberanza fisica ma sprecavo tanto, togliendomi energie e lucidità. Con il passare degli anni ho imparato a giocare a calcio. Non sarò mai Bonucci con i piedi, ma la tecnica la migliori lavorandoci. Capello non mi ha mai regalato niente, mi sono conquistato tutti i minuti che ho giocato. Ripenso a tante partite decisive, e le ho giocate quasi tutte. Io mi ricordo che in una delle prime amichevoli giocate con la Juventus, il mister mi chiese quale fosse il mio ruolo. Io risposi terzino, e lui mi disse di no: ero difensore, perché la prima regola è quella di saper difendere».
BBC – «Ormai stiamo abbandonando per limiti di età. Abbiamo fatto la storia nel nostro periodo alla Juventus e in Nazionale. Insieme riuscivamo ad essere più forti della nostra somma dei valori».
BONUCCI – «Eravamo in Canada, a Toronto, e dovevamo spostarci verso Chicago. Il navigatore ci dava 5 ore e abbiamo deciso di andare in macchina: ci abbiamo impiegato 10 ore, stremati, con i bambini che non ne potevano più. Bella scelta del cavolo».
BARZAGLI – «Dei quattro era il più silenzioso, a volte è il più musone ma col suo humor ci faceva ridere. Ma quando apriva bocca… a livello internazionale è stato sottovalutato, perchè è arrivato a grandi livelli in tarda età ma ha avuto uno sviluppo straordinario».
TAGLIO STIPENDI – «Mi sono stati dati più meriti di quelli che ci sono. Ho fatto da tramite come capitano, sono felice che abbiamo tracciato una linea e che tutti si siano mostrati intelligenti in un periodo estremamente difficile, si è capito bene il momento».