Bierhoff: «Partite a porte chiuse? Favorevole. Sarei contento se Rangnick andasse al Milan» - Calcio News 24
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2020

Bierhoff: «Partite a porte chiuse? Favorevole. Sarei contento se Rangnick andasse al Milan»

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Oliver Bierhoff ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: queste le parole dell’ex attaccante tedesco

Lunga intervista ad Oliver Bierhoff attuale direttore della Nazionale tedesca. Queste le parole alla Gazzetta dello Sport.

PORTE CHIUSE – «Sì, sono dell’idea che questa stagione debba essere portata a termine, magari mandando in ferie i calciatori adesso per giocare in estate, spostando la finestra di mercato e i contratti. Sulle folli negli stadi mi dispiace per i tifosi, però ci sono 3 motivi per cui il calcio debba essere accettato anche a porte chiuse. Primo: i diritti tv sono più importanti delle entrate del botteghino. Secondo: tutti vogliono finire i campionati (in Italia non è proprio così..) per non lasciare la stagione a metà. Terzo: la gente si è stufata di vedere in televisione Germania-Italia del passato».

RANGNICK – «Ralf Rangnick è un personaggio che ha dimostrato di avere idee chiare, va sempre ai mille all’ora, deve trovare però un sistema disponibile al cento per cento ai suoi metodi e magari mostrare tolleranza. Sarei comunque contento se un tedesco tornasse al Milan».

CALCIO – «Il calcio non deve farsi da parte, ha una funzione importantissima, quella dell’emozione. In Germania si dice che la nazionale è l’ultimo fuoco attorno al quale la gente si riunisce. Ma adesso tutto il calcio è l’ultimo fuoco. Serve come esempio, può dare gioia o speranza. E può anche aiutare. Con i giocatori della nostra nazionale abbiamo aperto una donazione da 2,5 milioni; anche altri calciatori stanno raccogliendo fondi. L’aiuto non sarà però soltanto economico ma anche psicologico. Unirsi, stare insieme, dare un segnale comune: questo serve».

MERCATO «Calerà il mercato e si abbasseranno i prezzi. Un calciatore a fine contratto, come ad esempio Mario Gotze, non potrà più aspirare a prendere le stesse cifre di prima. Fino ad ora c’era una velocità altissima nel calcio, si voleva sempre di più e ognuno pensava che si dovesse sempre guadagnare da ogni situazione. L’avidità come primo principio. Adesso si ricomincerà a un livello più basso. In molti saranno contenti anche solo di avere un lavoro. Una felicità nuova».

GOSENS – «Lo stavamo seguendo da tempo. Gosens è un giocatore interessante, parlavamo con l’allenatore se chiamarlo per queste amichevoli o quelle di giugno, ma era meglio vederlo subito, anche se una lista completa delle convocazioni non era stata fatta. Ci siamo accorti anche in Germania del bel calcio dell’Atalanta, sono felice per i risultati in Champions. Quando una squadra italiana torna in alto, io sono sempre contento, significa che il livello del campionato continua a crescere».

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