2020
Emergenza Coronavirus, Cellino: «Lo Stato ci aiuti, non è peggio se fallisce il calcio italiano?»
L’emergenza Coronavirus comporterà notevoli danni al calcio italiano ed europeo. Queste le preoccupazioni di Cellino
Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, ha lanciato l’allarme per l’emergenza Coronavirus e i danni che comporterà al calcio italiano. Queste le parole del numero uno delle Rondinelle.
GOVERNO – «Il governo ci sconti i contributi sugli stipendi dei giocatori. Per lo Stato sarebbe una perdita di 150 milioni. Ma non è peggio se fallisce il calcio italiano, che oggi è la terza azienda del Paese».
DEFAULT – «Nella più rosea delle previsioni, il campionato potrebbe ripartire a porte chiuse la prima settimana di maggio, e riusciremmo a limitare i danni. Potremmo dare ai calciatori 25 giorni di vacanza e farli tornare il 15 aprile. A quel punto le vacanze le avrebbero già fatte e si potrebbe finire il campionato tra maggio e giugno. Ma se la cosa va peggio di come pensiamo, perdiamo 5 mesi di campionato».
PLAYOFF – «Credo sia un’idea del presidente della Federcalcio Gravina, probabilmente legata alla necessità di salvare gli Europei. Ma ormai è un’ipotesi superata. Gli Europei saltano di sicuro. Come fai a farli se i giocatori non giocano nei club?».
SOLUZIONI – «Si faranno degli sconti ai broadcaster televisivi che devono ancora versare una quota dei diritti. E si chiederà allo stato un intervento sull’Irpef per poter dare gli stipendi netti ai calciatori. Poi servirebbe una legge per allungare tutti i contratti di un anno, così da tutelare tutti. Se non facciamo così il danno sarà quasi più grave del virus. Deve occuparsene il governo del calcio. Il premier Conte si trova a gestire un periodo difficile, non possiamo aspettare lui».