Bologna, Gazzoni vuole tornare - Calcio News 24
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2009

Bologna, Gazzoni vuole tornare

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“Se metti anche un solo euro lo prendono volentieri, perchè ha un valore molto particolare”. Questo è Gianni Consorte al telefono. Dall’altra parte, l’aspirante socio. Noto ai più: Giuseppe Gazzoni. Ormai è certo. Il presidente che ha gestito il Bologna per dodici stagioni (1993-2005), che centrò due promozioni consecutive, che portò il Bologna alla semifinale Uefa e che poi la “?cupola’ del pallone fece fuori nella maniera più omertosa e vergognosa possibile, ha deciso di partecipare simbolicamente alla rinascita del Bologna. “E’ vero, ho un euro e nei prossimi giorni lo porterò a Consorte”, dice Gazzoni. E’ un euro che pesa parecchio quello che sancisce il suo “?ritorno’ nel pallone. La decisione l’ha presa per diversi motivi. Nessuno di questi può avere un risvolto economico, data l’entità  del versamento. “I due principali sono questi “? spiega “? mi piace il progetto, è bello, condivisibile sotto ogni punto di vista. Riassume, molto probabilmente, l’unico “?sistema calcio’ oggi possibile nella nostra città . Poi c’è una questione personale, e qui chiamo in causa il mio amico Pavignani. Nutro un affetto particolare per Marco, che era già  stato nel mio Bologna. Mi fa piacere che sia stato eletto prima vicepresidente poi presidente”. Era ovvio che il teorema Consorte piacesse a Gazzoni. Quando per via della famosa pasticca era il Re Sole, iniziò il suo lungo viaggio sul treno rossoblu in compagnia di altro passeggeri. Poi, di fronte alla pesantezza dei bilanci si ribellò al cosiddetto doping amministrativo e con la stessa energia andò a caccia di progetti (come lo stadio moderno e la cittadella dello sport e del divertimento), ora condivisi da tutti, perchè, diceva, “bisogna ribellarsi alla logica di un imprenditore che appena entra nel mondo del pallone deve sentire quasi l’obbligo morale di farsi spremere dai mercanti, pena essere considerato un ricco plumone”, cioè un ricco con il braccio corto. Il nuovo Bologna, stabilita l’impossibilità  di in città  qualcuno disposto a sottoporsi alla “?spremitura’, è ripartito facendo sue mille esperienze vissute da Gazzoni, in questo senso un vero e proprio apripista. Dal 2005 Gazzoni non mette piede in nessuno stadio, non solo a Bologna. Dal 2005 vive per pareggiare i conti aperti con il calcio: quelli economici, dai quali non è ancora del tutto svincolato, e quelli morali, per i quali non avrà  mai, da nessun processo, un adeguato risarcimento. Andò in default e fu accusato anche di bancarotta fraudolenta. Gianni Agnelli, un giorno di parecchi anni fa in tribuna al Delle Alpi di Torino, lo avvertì: “Guarda Giuseppe che il giochino è molto divertente, ma cosa, accidenti se costa”. Gazzoni si è poi accorto strada facendo di quanto costasse il giochino rossoblu. “A me personalmente, un quarantello”. Che, fuor di gergo, vuol dire quaranta milioni di euro. Gazzoni sta chiudendo i conti in rosso. Con le banche è arrivato alla transazione e di creditori non ce ne sono, il che potrebbe rendere indolore il processo per bancarotta fraudolenta, se non esistono i frodati. Un “quarantello” se n’è andato e un euro è rimasto. Gazzoni ha deciso come spenderlo. Chi l’avrebbe mai detto? Sotto sotto, nonostante tutto, evidentemente cova ancora la passionaccia. Gazzoni non ha mai dato modo di farsela misurare. Sembrava vero il contrario: che fosse distaccato da presidente e che, una volta fuori, l’unico sentimento possibile fosse il rimpianto per quella ormai vecchia “scelta civica”. Mai fidarsi delle apparenze. Ora che il teorema Consorte riporta d’attualità  concetti a lungo accantonati come condivisione, pluralismo e senso civico, il Gazzoni presidente è riuscito ad avere il sopravvento sul suo alter ego che gli imponeva soprattutto freddezza e distacco. E non è detto che finisca così. “Dipende da quanto tempo impiegherò a pareggiare i conti e dall’esito delle mie azioni risarcitorie. Se tutto andasse bene, un giorno di euro potrei metterne anche un altro”¦”. Intanto, quell’unico euro andrebbe messo nella bacheca dei trofei”.

Fonte: Il Resto del Carlino

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