Lippi: «Da bambino tifavo Milan. Chiesa e Zaniolo come Totti e Del Piero» - Calcio News 24
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2019

Lippi: «Da bambino tifavo Milan. Chiesa e Zaniolo come Totti e Del Piero»

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L’ex ct della Nazionale Italiana, Marcello Lippi, ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha dichiarato di tifare Milan 

Marcello Lippi si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. L’allenatore ex Juventus e della Nazionale Italiana ha parlato della sua vita e della sua visione del calcio. Nel corso dell’intervista ha dichiarato di tifare Milan quando era piccolo. Ecco le sue parole: «Mio padre Andava al bar per ‘Tutto il calcio…’ e diventava rosso che dovevano dargli un cognacchino. Era un vecchio socialista, contro il potere. E la Juve era il potere. Sono andato a salutarlo sulla tomba: ‘Papà, so che la Juve ti stava sulle palle, ma abbi pazienza: io vado’». 

«Il rapporto con lui? Me le faceva vincere tutte. Dopo mia sorella, e un maschietto nato morto, arrivo io. Allora mica sapevi il sesso: quando sono nato è corso in strada urlando ‘è maschio, è maschio’. Quando mi ha licenziato il Cesena, nel ’91, sono andato da lui: era giallastro in viso e l’ho portato dal medico. Bilirubina. Un mese dopo è morto tenendomi per mano: non avrebbe potuto se fossi stato con la squadra. Mai preso uno schiaffo. No, uno sì. Lavoravo nella nostra pasticceria, avevo 15 o 16 anni. C’era una dipendente, ci siamo ritrovati soli e siamo finiti sui sacchi di farina. Lui entra e picchia: ‘Sul lavoro mai!’. Una bella famiglia, non benestante, ma papà ha cambiato mille lavori per farci star bene, e mamma sarta ci cuciva i vestiti alla moda. Da bambino tifavo Milan. Abitavo in pineta, lì si allenavano Noletti, Trebbi, Liberalato. Rompevamo sempre le scatole». 

«Il calcio italiano? Si pensava che con tanti stranieri fosse finita, no? Invece nascono sempre giovani, da Chiesa a Zaniolo, come Totti e Del Piero. C’è la casualità, ma il lavoro sui giovani è decisivo. Sono stati momenti difficili, ma vincere sempre non è bello. Il meglio lo dai quando dici ‘ti faccio vedere’: le grandi vittorie vengono dai momenti negativi». 

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