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Juventus, Pjanic sui cori: «Matuidi lascerà il campo. Kean? L’esultanza non c’entra»
Miralem Pjanic torna a freddo sui cori razzisti di Cagliari-Juventus lanciando un avvertimento preciso riguardo a Blaise Matuidi e discolpando del tutto Moise Kean
A più di ventiquattro ore dai fatti, continua a tenere banco la questione dei presunti cori razzisti riservati da una parte del tifo cagliaritano ad alcuni giocatori di colore della Juventus nel corso del match di martedì sera. Tra i più bersagliati, il centrocampista bianconero Blaise Matuidi che, sempre a Cagliari, lo scorso anno (il 6 gennaio 2018) fu ancora una volta oggetto di cori durante la partita. Ieri il francese ha parlato della questione, arrivando a minacciare di abbandonare il campo da gioco in caso di ulteriori episodi del genere. Un monito da prendere molto sul serio, perché confermato anche dal compagno di squadra Miralem Pjanic: «Blaise è molto dispiaciuto. E ci ha detto che la prossima volta lascerà il campo», le parole del centrocampista bosniaco riferite stamane da La Gazzetta dello Sport.
Oltre a Matuidi al centro dei “buuu” razzisti di Cagliari c’era anche Moise Kean, accusato (in parte anche dal compagno di squadra Leonardo Bonucci e dal tecnico Massimiliano Allegri) di aver provocato i tifosi avversari esultando in loro prossimità dopo il gol. L’analisi però non trova d’accordo Pjanic: «Io non credo che un’esultanza possa avere a che fare con questi cori. Ognuno può esultare nel modo in cui vuole, anche io potevo segnare, esultare alla stessa maniera e sarebbe successa la stessa cosa. Ci dispiace perché loro (i compagni di colore, ndr) l’hanno vissuta male, come noi che abbiamo visto quanto i ragazzi fossero tristi dopo la partita. E non mi riferisco solo a Kean e a Matuidi, c’è anche Alex Sandro. E nella squadra del Cagliari ci sono alcuni giocatori di colore».
Sul tema razzismo Pjanic ha le idee molto chiare: «Il razzismo è legato alla persona, l’esultanza cosa c’entra con i cori? Assolutamente nulla, poi se l’arbitro pensa che si tratti di una provocazione nei confronti dei tifosi può andare da Kean e ammonirlo. Ma a prescindere da ciò che accade sul campo, i cori non devono esistere. Perciò spero che le persone giuste facciano il necessario perché non succeda mai più una cosa del genere. Il fatto che Kean sia un ragazzino? L’ho detto e lo ripeto, al di là dell’esultanza queste cose non devono succedere. Tu puoi fare quello che vuoi, l’arbitro se lo ritiene giusto ti ammonisce, però l’esultanza con il razzismo non c’entra niente. È una situazione che non vive bene e visto che non è la prima volta, spero che qualcosa cambierà».