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Torino, Sirigu ricorda Astori: «Mi manca terribilmente. Vi racconto la nostra amicizia»
Il portiere del Torino, Salvatore Sirigu, nel corso di un’intervista ha parlato dell’obiettivo Europa per i granata e ha ricordato Astori
Ai microfoni di SkySport, il portiere del Torino, Salvatore Sirigu, è stato intervistato per commentare il momento dei granata e per ricordare il suo amico, Davide Astori. Ecco le sue parole: «Chi metto nella mia formazione ideale? Sicuramente Davide Astori. Avevamo 17 anni quando ci siamo conosciuti. Siamo dello stesso anno e dello stesso mese. Il nostro rapporto iniziò quando eravamo insieme nella Cremonese di Mondonico, in quella stagione facemmo molto bene, crescendo tanto, poi lui si è trasferì nella mia Sardegna e il rapporto si rafforzò ancora di più con la lontananza. E poi che risate in Nazionale maggiore pensando ai tempi passati: dalla serie C ci siamo trovati in Nazionale».
«Il ritorno al Franchi dopo la sua scomparsa? La Fiorentina l’ho già incontrata 3 volte da quando Astori è scomparso, ma al Franchi ancora non ci siamo andati. Per me sarà strano perché prima della gara dell’anno scorso a Firenze, quella che perdemmo 3-0, lui mi tempestò di messaggi dicendomi che mi avrebbe purgato sui calci d’angolo, che mi avrebbe fatto gol di tacco. Mi manca poter scherzare così e avere questo tipo di rapporto che allentava la tensione di una partita. Il bello di Davide è che con lui c’era il momento per essere avversari ma anche per scherzare e abbracciarsi a fine partita. Mi manca terribilmente»
Il portiere dei granata ha poi completato la sua formazione ideale: «Scelgo un 3-5-2 alla Mazzarri. Tra i pali metterei sempre Viviano o Perin, uno dei due. Forse più Perin che sta giocando di meno. In difesa, oltre ad Astori, Maxwell a sinistra, Bonucci centrale, Bovo ai tempi del Palermo per cui provo stima e siamo legati da un rapporto di amicizia. Metto Balzaretti a destra anche se è mancino. A centrocampo scelgo Verratti, Pastore mezzala anche se a lui non piace, e poi Ibra davanti, non si può stare senza di lui, il più carismatico, uno che cambia gli equilibri. Mi fanno sorridere alcune critiche nei suoi confronti perché criticare uno con una carriera del genere è da idioti. In avanti poi metto anche Ljajic, gli ho sempre detto che è colpa sua se non è tra i primi dieci del mondo. E poi Lavezzi, uno che vorresti sempre avere nella tua squadra. E’ una bella squadretta, magari non equilibrata, ma ci divertiremmo da matti».
«Il momento del Toro? Il cambio dell’allenatore l’anno scorso non fu un momento facile, perché in queste situazioni bisogna adattarsi a una nuova metodologia di lavoro. Ora, però, stanno raccogliendo i frutti del lavoro e le soddisfazioni sono maggiori, anche grazie ad alcuni elementi di prospettiva che sono arrivati in estate e che ci stanno dando una grande mano».