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Allegri ha ragione: lasciate crescere Kean (e i giovani)!
Massimiliano Allegri oggi ha parlato a cuore aperto e ha protetto Moise Kean dopo la sbornia mediatica di questi giorni
Tutti pazzi per Moise Kean! L’attaccante classe 2000 della Juventus è finito sulle prime pagine dei giornali dopo i due gol in nazionale segnati contro Finlandia e Liechtenstein. Poi interviste, interviste a genitori e fratelli: la «sbornia mediatica» era prevedibile, preventivabile, fa parte del gioco e Massimiliano Allegri, come un buon padre, ha deciso di ‘scendere in campo’ per difendere il figlioccio. Moise è sulla bocca di tutti ma dopo mezzo errore passerà dalle stelle alle stalle e la sua crescita potrebbe anche arrestarsi.
In questi giorni Manuel Locatelli, centrocampista classe ’98 ex Milan passato al Sassuolo, ha parlato della sua situazione, paragonabile forse a quella di Kean: «Ho vissuto un boom in cui sembravo il nuovo Messi: facevo gol da ogni parte, avevo i titoli sui giornali e in televisione. Poi ho ricevuto tantissime critiche quando le cose non andavano benissimo e mi ha fatto male, ho vissuto dei momenti difficili». Ecco, Allegri deve e vuole evitare un ‘Locatelli-bis’ (prendiamo lui da esempio perché le sue parole sono significative e fanno capire cosa passa nella testa dei giovani, pronti a passare dalle stelle alle stalle in un batter d’occhio), vuole proteggere il suo calciatore e oggi ha parlato in maniera chiara, alzando anche il tono della voce.
«Su Kean ci vuole calma, queste cose mi infastidiscono. Un ragazzo giovane si costruisce passo passo, ha fatto un gol con il Liechtenstein e sembra diventato Messi e Ronaldo. La mia preoccupazione è quando recupererà da questa sbornia che ha avuto a livello mediatico perché se a giugno poi giocherà di nuovo in nazionale e non toccherà un pallone, diventerà subito un brocco. Ci vuole calma. Ci vuole la giusta gestione: una volta gioca, poi esce, poi in campo nella partita giusta. Come con tutti i giovani, serve equilibrio! Che poi abbia le qualità del goleador è fuor di dubbio, ma da lì a essere un campione ce ne passa. Ha bisogno di un percorso normale, so come sono fatti i giovani, vivono di alti e bassi e io devo tutelarlo». Parole sante!