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Milan, Mirabelli: «Ho sconfitto Raiola, Donnarumma rinnovò da solo»

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L’ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli racconta in una lunga intervista i retroscena del rinnovo di Gigio Donnarumma e della guerra con Mino Raiola, ma non solo…

Massimiliano Mirabelli torna a raccontare le proprie verità: l’ex direttore sportivo del Milan, intervistato stamane da Libero, ha rivelato alcuni dei retroscena riguardanti il travagliato rinnovo di contratto, la scorsa estate, con Gigi Donnarumma e della guerra innescata con il suo procuratore Mino Raiola. «Ho sconfitto Raiola, ma non succederà più di vedere sconfitto uno come lui. A meno che non ci si incroci di nuovo – ricorda Mirabelli – . Il rinnovo fu un capolavoro chiuso senza pagare commissioni. Mino diceva: “Non ho rinnovato con il mio amico Adriano Galliani, figurati se lo faccio ora con te e con i cinesi che non conosco”. Vi siete mai chiesti perché ogni giorno Donnarumma pubblicava post sui social che poco dopo venivano tolti? Semplice Raiola glieli faceva scrivere, io glieli facevo cancellare».

Improvvisamente però qualcosa cambia: «Ricordate la storia dell’esame saltato? Fu Raiola che portò Gigio a Ibiza con il suo aereo per allontanarlo da noi. Poi l’ultimo giorno di trattative ci troviamo con Donarumma, la sua famiglia e i suoi agenti. Raiola si alza e dice: “Non firmare, ce ne andiamo: seguici”. Appena i manager escono, Gigio prende la biro e prolunga senza la presenza di Mino».

Tra i retroscena raccontati dall’ex d. s. rossonero, anche i mancati acquisti, quando era ancora capo-osservatore dell’Inter, di Gabriel Jesus (finito al Manchester City) e Casemiro (finito al Real Madrid): «Ai tempi dell’Inter vado a vedere Gabriel Jesus del Palmeiras, l’avevo già scoperto in video. Lo seguo per un paio di gare e capisco che merita di essere osservato in allenamento, ma in tempo di derby in Brasile qualsiasi estraneo è considerato una spia. Mi presento come un italiano che vuole vedere le strutture e mi fanno entrare, riesco ad incrociarlo e gli do appuntamento più tardi. Torno poi in Italia, l’acquisto è praticamente chiuso per 20 milioni. Però si intromette un agente legato all’Inter e fa perdere tempo, così il City chiude prima. Per rifarsi l’Inter mi chiese cosa ne pensassi di Gabigol. Risposta: “Ve lo sconsiglio”. Il risultato lo sapete tutti. Casemiro? L’avevo preso per 5 milioni. Hanno preferito Yann M’Vila».

Sul caso di Mauro Icardi: «Mauro è un bravissimo ragazzo, ma prima di tutto ci deve essere sempre l’Inter. Io non l’avrei fatto tornare in gruppo e non l’avrei più fatto giocare anche a costo di perdere la qualificazione in Champions League. Conta solo l’Inter, non esistono compromessi. Sarebbe stato un segnale forte anche per il futuro».

Sul futuro invece tra Bologna e Roma: «Bologna è una bellissima città e una grande piazza, c’è una storia calcistica importante. Per risultati e progetto i rossoblu possono diventare la nuova Atalanta della Serie A. Mi fa piacere essere stato accostato, ma per ora non c’è stato nulla di concreto. A Roma invece ci andrei anche a piedi, ma in questo momento c’è poca trasparenza e troppa sovrapposizione di ruoli. I tifosi meritano di più».

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