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Gravina indica la strada: «Var? Ogni squadra avrà due challenge a partita»

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Il presidente della Figc Gravina chiaro sul razzismo: «C’è solo da applicare una procedura e far scattare eventuali sanzioni». Sulla Var: «Ci saranno due chiamate a partita»

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha concesso una lunga intervista a Radio CRC. Numerosi sono stati i temi affrontati.

SUL RAZZISMO – «Razzismo e discriminazione negli stadi? C’è solo da applicare una procedura molto chiara e far scattare eventuali sanzioni. Speriamo che tutto questo serva solo come analisi verso un fenomeno che col calcio non c’entra nulla. La procedura è molto chiara, al netto delle interpretazioni. Prevede, comunque, che ci sarà un responsabile della procura federale o un addetto deputato all’ordine pubblico a stabilire che in caso di discriminazioni territoriali o razziali che l’arbitro dovrà portare le squadre a centrocampo per sospendere momentaneamente la gara: se non termina l’atteggiamento di discriminazione, le squadre tornano nello spogliatoio e sarà l’addetto alla sicurezza a stabilire quale sarà l’epilogo. C’è un’ipotesi di reintroduzione di esimenti, come per esempio se larga parte dello stadio isola quelli che si macchiano di inciviltà. C’è sempre la decisione finale dell’uomo dell’ordine che può adottare anche una decisione più drastica. Se c’è uno sparuto gruppo, bisogna applicare la procedura. Ma, c’è da fare attenzione a quelli che sono i cori ed alla psicosi sugli stessi. Quando sono 50 o 100, un numero così esiguo è facilmente identificabile e la società può impedire per lungo tempo l’ingresso negli stadi. Sono convinto che le società hanno voglia di collaborare. La FIGC ha cambiato lo scenario: si fa l’annuncio a gioco fermo deresponsabilizzando l’arbitro che deve pensare ad arbitrare. Faremo in modo che queste innovazioni ci siano in Milan-Napoli, anche se le novità saranno formalizzate il 30 gennaio».

SUL VAR – «Il ricorso alla VAR ed il coinvolgimento dell’arbitro addetto devono essere costanti. Credo che arriveremo a due challenge, a due chiamate di parte. Siamo per l’applicazione alla tecnologia. L’anno scorso l’applicazione è stata straordinaria, quest’anno non mi è piaciuta la stretta, io sono per l’applicazione costante. Quando c’è lo strumento bisogna applicarlo, bisogna restringere la discrezionalità dell’arbitro. Il format della B è chiaro: ritengo che sia giusto che vada a 20 squadre, ma bisogna modificare le norme federali. Le promozioni e le retrocessioni sono fissate dalle norme. Se ci sono vuoti, si va con i ripescaggi».

SULLA NAZIONALE- «Centri federali e quote azzurre? Ci stiamo lavorando, c’è l’ipotesi di un salary-cap ed alla valorizzazione dei giovani. Oggi, in Nazionale giocatori convocati a minuto zero come Zaniolo vuol dire che la Federazione ha l’occhio lungo, lavorando con il tecnico Mancini. Vogliamo la nazionale del futuro per vincere nei prossimi dieci anni Europei e Mondiali».

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