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Roma, Florenzi ci crede: «Champions? Sogno di fare meglio dell’anno scorso. Obiettivo Coppa Italia»
Il tuttofare giallorosso Alessandro Florenzi si è raccontato a Mediaset. Tanti i temi affrontati, dal futuro della squadra al razzismo
Alessandro Florenzi ha rilasciato una lunga intervista a Mediaset in cui si sofferma sulla situazione della Roma e gli obiettivi futuri. Ecco le sue parole: «Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare meglio. In questo inizio di 2019 serve più continuità, più risultati positivi e dobbiamo ripartire dal gruppo. Da soli non si vince. La Coppa Italia potrebbe essere veramente un obiettivo importante, ma non dobbiamo levare i sogni dalla nostra testa, anche se sappiamo che è una cosa impossibile. Abbiamo un altro obiettivo, potrebbe essere la Champions. Non dico che è un’utopia, ma sarebbe veramente un sogno ripercorrere quanto fatto l’anno scorso e cercare, di migliorarci, anche se non sarà facile. Il mercato? Stiamo riprendendo pedine importanti che ci sono mancate, siamo rimasti un po’ corti, adesso c’è la società che fa il suo lavoro».
Florenzi si sofferma poi su cosa voglia dire essere capitano a Roma: «Mi piacerebbe essere un capitano che si avvicini a De Rossi, so che non è facile e che ho una strada difficile per arrivare a lui o a quello che è stato Francesco. Il rapporto con i tifosi? Lo sento, lo sento (nel senso “lo accuso”, ndr). Lo faccio passare perché so che posso dare di più in campo, io so che siamo accomunati dal bene per la Roma. Non lo dico per far arrivare qualcosa di diverso, ma è la verità: alcune volte non dovevo giocare e invece l’amore per questa maglia mi ha fatto prendere antinfiammatori per farlo. Io ho questo amore dentro, ho firmato un contratto importante, spero che possa tornare tutto».
Infine qualche commento su Zaniolo, Di Francesco, il razzismo e la nuova Italia di Mancini: «Zaniolo sta facendo molto bene, adesso è sulle ali dell’entusiasmo e io gli ho detto che deve restare con i piedi per terra. Credo che la famiglia possa aiutarlo. Lui e Pellegrini (Lorenzo, ndr) saranno due pilastri della Roma. A Di Francesco devo la fiducia, lo scorso anno dopo 11 mesi di assenza mi ha fatto giocare più di 40 partite e sinceramente non me lo aspettavo. Il razzismo? È un’emergenza. La mia famiglia viene allo stadio, non vorrei mai che mia figlia sentisse gli ululati, non sono cose che insegno. Però non facciamo di tutta un’erba un fascio, non facciamone un macro-problema del calcio. Sospendere le partite? Non so se sia giusto. Chi si vuole fermare diventa il salvatore e chi pensa sia sbagliato magari diventa un bersaglio. Non so se possa aiutare o meno. L’Italia? Siamo un buon gruppo, con giovani, esperti e vie di mezzo, tipo me. Abbiamo l’entusiasmo che ci mancava».