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Buffon si racconta: «Finale di Champions PSG-Juve? Sarebbe complicato. La mia parata più bella…»

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Gianluigi Buffon si racconta, traaspetti della sua carriera e un’eventuale finale di Champions League tra PSG e Juve…

Quarant’anni e ancora tanto da dare. Gianluigi Buffon, dalla scorsa estate portiere del PSG, si è raccontato tra la sua carriera e il suo presente in Francia. Ecco le sue parole nell’intervista concessa all’ex compagno di squadra al Parma, Alain Boghossian, per Eurosport France: «La maglietta di Superman che portavo sempre? L’ho messa dentro al mobile, ogni età ha le sue tappe. Il Parma? La vittoria della Coppa Italia me la ricordo, fu contro la Fiorentina di Batistuta e Edmundo, una squadra fortissima. Fu il primo titolo in Italia per me, anzi per noi, e vincerlo a Parma fu davvero speciale. Ricordi che porterò sempre con me. Poi, una settimana dopo, la Coppa Uefa contro il Marsiglia. Loro erano decimati dalle squalifiche, per questo dobbiamo ringraziare il Bologna che li affrontò in semifinale (ride, ndr). Il ruolo del portiere? Si è evoluto, gioca come tutti gli altri, ma non si deve esagerare, il portiere è nato per parare, anche se deve essere bravo con i piedi. La parata che mi è piaiuta di più in carriera? In finale di Champions Juve-Milan su Inzaghi, poi in Coppa del Mondo sul colpo di testa di Zidane. Cose da migliorare? Penso che ogni giorno si debba cercare di migliorare qualcosa che non va, sono diventato perfezionista. Durante le partite non devo avere approccio tranquilloe e sereno, devo essere cattivo e intenso per fare cose particolari. Alphonse (Areola)? Lo vedo tuti i giorni e spero di poterlo aiutare a diventare il portiere più forte del mondo».

Buffon ha poi proseguito, rispondendo: «Giocare contro il figlio di Chiesa? Sì, questa cosa è fantastica, è un regalo della vita. Ho intravisto anche Khephren (figlio dell’ex compagno Lilian Thuram). Giocare a questa età? Non mi disturba l’opinione altrui, è bello anche saper ridere di se stessi. Sono venuto al PSG dopo averci pensato bene, sapevo che fisicamente potevo ancora dare molto, ma servivano energie mentali e ho accettato la proposta. Oggi, dopo sei mesi qui sono ancora più felice di questa scelta. Mbappé e Neymar? E’ stato uno dei motivi per cui sono venuto qua. Mi piaceva l’idea di essere in squadra con questi due campioni. Devo dire che sono rimasto impressionato: Kylian è una forza della natura, ha il mondo in mano, dipende da lui perchè non è così facile. Ney ha una tecnica e una classe cristallina che probabilmente non ho mai visto nonostante aver giocato con Baggio, del Piero e Totti. Lui ha un ruolo diverso e riesce sempre a mettere in mostra cose incredibili: gli ho chiesto come ha fatto a non vincere ancora il Pallone d’Oro e di cercare di vincerlo finche giocano Messi e Ronaldo».

E ancora, sulla Champions: «Champions League? Non son venuto qui per vincere la Champions ma perchè volevo dare qualcosa, però il PSG mi ha incuriosito sotto questo aspetto, è una società che deve avere l’ambizione di vincere qualsiasi cosa. Finale Juve-PSG? Lo accetterei e sarei felice, ma sinceramente sarebbe complicato a livello emotivo. Spero comunque di incontrarla prima, sarebbe più complicato da gestire il dopo, non avrei la serenità di esultare come dovrei. Se poi perdessi sarebbe l’ennesima finale persa e sarabbe estremamente dura. Finale Champions contro il Milan del 2003? Un ricordo non bello, abbiamo perso ai rigori, non giocammo molto bene e siamo stati meno bravi del Milan. Adesso agli ottavi contro il Manchester United? Ora è una squadra in difficoltà, ma fra due mesi potrebbe cambiare tutto, loro hanno grandi individualità».

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