2018
Toro, Lentini: «Il mio trasferimento al Milan? Altro che Cristiano Ronaldo…»
Alla vigilia della sfida tra Milan e Torino, il doppio ex Lentini parla delle due squadre e del suo passaggio in rossonero, più clamoroso di CR7 alla Juve
A poche ore dal posticipo della 15esima giornata di Serie A tra Milan e Torino, il doppio ex Gianluigi Lentini commenta il ricordo che ha delle due squadre, tappe fondamentali della sua carriera da calciatore. Ecco le sue parole alla Gazzetta dello Sport: «Il Toro per me è stato tutto. Una mamma. Mi ha reso un giocatore di alto livello. Sarò sempre grato al Toro. La squadra è forte, aiutata da un campionato che non corre. Europa? Non è un obiettivo proibitivo». Lentini coglie l’occasione per fare una particolare richiesta al presidente granata, Urbano Cairo: «Vorrei tornare nel mondo nel calcio, magari proprio al Torino. Anzi mando un messaggio al presidente Cairo: mi sento pronto per fare qualcosa nel Toro, in società. Forse lui non vede bene il rientro delle bandiere ma proviamo a incontrarci, può nascere qualcosa di buono».
L’ala di Carmagnola si sofferma anche sul Milan, squadra in cui si trasferì nel 1992. Il passaggio in rossonero fu molto travagliato, come ammette oggi lo stesso Lentini: «Fui molto combattuto: Torino è casa mia, sono granata dentro tutt’ora. Il giorno in cui andammo a Milano per firmare, cambiai idea in autostrada. Superato il casello di Milano feci fermare la macchina. E dissi ai miei procuratori: “Al Milan non vado più, torniamo indietro”. Momenti di panico, i procuratori chiamarono papà: “Gigi è impazzito”, avevano le mani nei capelli. Il tempo stava scadendo… Infine mi convinsero e oggi non mi pento: ci sono offerte che non si possono rifiutare. Se avessi seguito il cuore, sarei rimasto al Toro».
Battuta finale sulle cifre di questo affare, allora stratosferiche: il Milan versò 18,5 miliardi di lire nelle casse granata. Fu il primo trasferimento miliardario del calcio, e il paragone con il passaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus non tarda ad arrivare. E Lentini sorprende: «Non voglio esagerare ma, con le dovute proporzioni, io sono stato di più perché in quegli anni era impensabile l’acquisto di un calciatore a quelle cifre: oggi è normale spendere 70, 80, 100 milioni per un giocatore, quasi più nessuno ci fa caso. Invece quando io andai via da Torino scoppiò un pandemonio, mamma mia che ricordi».