2018
Spalletti carica: «Voglio allenare una delle più grandi Inter della storia e su Modric vi dico che…»
Luciano Spalletti ha parlato al Corriere della Sera degli obiettivi dell’Inter per questa stagione e per il futuro con l’arrivo di Marotta
Lunga intervista da parte di Luciano Spalletti al Corriere della Sera. Il tecnico nerazzurro, dopo il brutto ko prima della sosta contro l’Atalanta, è pronto a rituffarsi in campionato: «La Champions ha convertito la rassegnazione in entusiasmo. Se sento le pressioni? Dopo l’Empoli ho preso l’Ancona, che veniva da 13 sconfitte. La paura la sento fin dalla prima panchina e spero di sentirla a lungo. Quando non la avverti più sei piatto, non dai niente». Poi si lascia andare ad una battuta: «Quanti Modric servono per raggiungere la Juve? Parliamo di un livello di calciatori fatti e capaci di insegnare agli altri come si fa, l’inserimento di top player è la scorciatoia per diventare fortissimi».
Spalletti parla anche del progetto dell’Inter, destinato ad essere duraturo nel tempo: «C’è un progetto ambizioso per un castello che non sia di carta, ma di mura solide. All’Inter è concesso stabilire le tappe, ma è vietato porre limiti alla posizione del traguardo finale: si vuole andare più in là. Voglio che l’Inter ritorni nel suo grande specchio di una delle più belle del reame. Deve farsi riconoscere per quel che è la sua storia. Dopo essere riuscito ad allenare l’Inter vorrei diventare l’allenatore di una delle più grandi Inter della storia». Il tecnico toscano accoglie a “modo suo“ il prossimo amministratore delegato Marotta: «Marotta mi esonerò due volte al Venezia? Era ed è mio amico, uno che fa gruppo, squadra: un trequartista, stava con me. Per quel che riguarda gli esoneri, c’è poi il professionista… Zamparini».
Chiusura dedicata alle polemiche che sembra vedono scontrarsi Spalletti e l’ambiente giallorosso: «Le polemiche con la stampa romana? Quell’atteggiamento non lo ritengo necessario all’Inter. Avevo detto alla Roma che non avrei rifirmato il contratto a inizio stagione, mi attaccavano e rispondevo. Mi fa sorridere quando dicono che sono stato io a far smettere Totti. Io non ho firmato, lui poteva farlo».