2009
Juventus, Aquilani: “Volevo tanto tornare in Italia”
Il centrocampista romano della Juventus, Alberto Aquilani, si confessa in esclusiva sulle pagine de Il Corriere dello Sport, alla fine di un anno vissuto a metà tra l’Inghilterra e l’Italia. Aspettando un 2011 importante anche nella vita privata: “Io e la Juve siamo uniti per vincere. La voglia di tornare grandi è la qualità che ci accomuna. Il pareggio di Verona non cambia i nostri obiettivi: i conti si fanno alla fine. Finora è stato tutto molto positivo”.
Alberto Aquilani, quattro mesi in bianconeÃ?Âro: impressioni?
“Estremamente positive. Desideravo tornaÃ?Âre in Italia e ritrovare la serie A: la Juventus me ne ha dato la possibilità , mi auguro di riÃ?Âcambiare la fiducia”.
Già fatto: il suo rendimento è elevatissiÃ?Âmo…
“Sto bene, gli infortuni sono alle spalle. Ho vissuto momenti duri, ma con il lavoro, e l’aiuÃ?Âto di chi mi vuole bene, li ho superati”.
C’è chi rileva, dietro la sua rinascita, anÃ?Âche i compiti tattici che Del Neri le assegna…
“Ho ritrovato un sistema di gioco che preveÃ?Âde due centrocampisti centrali: se uno parteÃ?Âcipa alla fase offensiva, l’altro si deve fermaÃ?Âre per non sbilanciare la squadra. A LiverpoÃ?Âol era molto diverso: spesso venivo utilizzato addirittura come vertice alto del rombo, dieÃ?Âtro le punte”.
Ma lei si sente un regista?
“Credo di avere delle buone qualità tecnicoÃ?Âtattiche, ma i registi sono altri. Per la verità , nel campionato italiano fatico a trovarne: mi vengono in mente soltanto Pirlo, Pizarro e LiÃ?Âverani”.
La Juve le ha offerto un’opportunità di riÃ?Âlancio, lei ha aiutato la Juve ad arrampicarsi in classifica: stessa voglia di rivincita?
“Non parlerei di rivincita, ma di voglia di tornare ai livelli che, per motivi diversi, negli ultimi anni ci sono mancati. La nuova dirigenÃ?Âza sta ricostruendo una società che per molti anni ha dominato in Italia e in Europa, io deÃ?Âsideravo rientrare dopo l’esperienza inglese: ci accomuna la voglia di vincere”.
Il pareggio ottenuto in extremis dal Chievo lascia un pizzico d’amaro in bocca, ma il biÃ?Âlancio bianconero rimane positivo. Qual è il segreto?
“Il gruppo. Del Neri insiste molto sul conÃ?Âcetto di organico, si lavora tutti insieme per ottenere il massimo, cercando di accantonare le individualità “.
L’allenatore insiste molto anche sullo scuÃ?Âdetto, nel dopo-partita del Bentegodi ha riÃ?Âbadito la candidatura bianconera. à? d’accorÃ?Âdo?
“Sicuramente il mister è più esperto di me e se parla di scudetto ci sarà un motivo. Io credo che si debba guardare partita dopo parÃ?Âtita. Stiamo attraversando un buon momento che dobbiamo consolidare con il lavoro settiÃ?Âmanale. Vedremo tra qualche mese quel che succederà “.
Del Neri la fece esordire in A: come l’ha trovato, sette anni dopo?
“Più consapevole dei propri mezzi, più sicuÃ?Âro di se stesso. E questo mi ha fatto molto piaÃ?Âcere. Del Neri è un ottimo tecnico, molto preÃ?Âparato, e che allo stesso tempo sa creare lo spirito di squadra. Poco per volta stiamo diÃ?Âventando un gruppo unito e questo, ne sono convinto, ci permetterà di toglierci belle sodÃ?Âdisfazioni”.
Torniamo al suo debutto: avrebbe mai imÃ?Âmaginato, quel giorno, di vestire un’altra maÃ?Âglia?
“Lo ritenevo quasi impossibile finchè la RoÃ?Âma mi ha ceduto al Liverpool. Non avrei mai voluto lasciare i colori giallorossi, ma la socieÃ?Âtà , che in quel momento aveva bisogno di moÃ?Ânetizzare, mi fece sapere che era disposta a cedermi. In quel momento è iniziata la mia seconda carriera. Lontano da Roma”.