Atalanta: cosa avrà voluto davvero dire Gasperini? - Calcio News 24
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2018

Atalanta: cosa avrà voluto davvero dire Gasperini?

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Furia Gasperini sull’Atalanta: Sartori nel mirino?

Un ciclone in piena regola ha scosso ieri l’afosa e calma estate di Zingonia. La speranza per il popolo atalantino è che si tratti semplicemente di un temporale estivo, non una novità da quando Gian Piero Gasperini vive all’ombra delle mura venete. Il tecnico nerazzurro, dopo settimane di voci ma pochi acquisti, è passato all’attacco, a due giorni dalla chiusura del mercato: triste ed esiguo, questi i due aggettivi utilizzati.

Attacco frontale verso la società? Non proprio. «La società sa di cosa c’è bisogno perché l’ho sempre detto, ha messo a disposizione un budget importante ma sono arrivati tanti giovani che non sono ancora pronti. La rosa, così com’è, difficilmente può essere competitiva su più fronti: se le aspettative sono quelle di ripetere le due annate precedenti, forse ci vuole un allenatore più bravo». Dunque, una carezza ad Antonio Percassi, ma anche un pugno in pieno volto al duo Luca Percassi-Giovanni Sartori. Che il feeling tra l’allenatore di Grugliasco e il ds nerazzurro non sia mai sbocciato è risaputo: dal mancato acquisto di Pavoletti – che portò il Gasp a minacciare le dimissioni – alle polemiche dello scorso gennaio, quando il tecnico chiese ma non ottenne una terza punta, non essendo completamente soddisfatto dalle prestazioni di Petagna e Cornelius.

Gasperini-Atalanta: i nodi di mercato

Oggi, a pochi mesi di distanza, la tensione in casa nerazzurra resta alta. In una sessione sola, Gasperini ha perso Caldara, Spinazzola e Cristante, tre giocatori cardine nello scacchiere atalantino. Il primo è stato sostituito numericamente da Varnier, subito ai box per la rottura del crociato al secondo allenamento. Numericamente, perché sulla carta l’erede è già in casa: sarà in grado Mancini di non far rimpiangere il centrale di Scanzo? Attualmente, l’allenatore preferisce puntare su Palomino, anche per via di qualche amnesia di troppo in fase difensiva dell’ex centrale del Perugia. Cristante è stato rimpiazzato da Pasalic, un giocatore di talento ma ancora da verificare: può essere la scommessa di Gasperini, certo, ma il tecnico avrebbe preferito certamente anche un giocatore già pronto (Soriano, Obiang, Kranevitter…). Infine, capitolo esterno: in Polonia si parla molto bene di Reca, laterale sinistro classe ’95. Gasp lo testerà domani sera in Europa League, ma il succo del discorso non cambia: non è pronto per dare una mano da subito.

A questi tre innesti c’è da aggiungere l’arrivo di Zapata, i giovanissimi Bettella e Carraro (Inter) e Tumminello (Roma) e il ritorno di giovani reduci da esperienze in Serie B (Valzania, che partirà di nuovo probabilmente e Pessina, che ha convinto in questo pre-campionato).

Gasperini-Atalanta: i perché della tensione

Perché tanta rabbia da parte dell’allenatore, dunque? La sensazione è che alla base ci sia poca chiarezza su cosa vuole essere l’Atalanta da grande. Il lavoro di Sartori, sin qui, è stato encomiabile: de Roon e Freuler sono state due scoperte meravigliose, pagate poco più di un milione il primo (nella primissima avventura a Bergamo ovviamente) e un milione e mezzo il secondo. A loro vanno aggiunti Hateboer e Gosens, oltre a Cristante, ingaggiato dopo mesi difficili passati tra Benfica, Pescara e Palermo. Allo stesso modo, magnifico – e a Bergamo non c’è nemmeno bisogno di ricordarlo – è stato l’operato di Gasperini: 132 punti in due stagioni, un calcio spettacolare e una qualificazione in Europa (con la seconda che ha tutti i presupposti per essere raggiunta) che hanno scaldato i cuori del popolo atalantino. Oltre, ovviamente, ai tanti talenti valorizzati e poi venduti a peso d’oro: Conti, Kessie, Gagliardini, Caldara e Spinazzola, in primis. Gasp, dunque, avrebbe voluto giocatori già pronti, per battagliare in campionato e in Europa. La linea societaria, sotto le direttive di Luca Percassi e Sartori, non è invece cambiata: l’Atalanta deve puntare su giovani forti, che starà a Gasperini valorizzare sul campo. E lo sfogo lascerà strascichi? La velata minaccia di dimissioni non è certamente piaciuta alla dirigenza, sorpresa dallo sfogo pubblico: l’amarezza resta, ma Antonio Percassi sa che si tratta di un semplice temporale estivo, seppur burrascoso, e dunque a Zingonia presto tornerà il sereno. Difficilmente, però, con qualche nuovo acquisto.


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