2018
Collina vs. Agnelli, amici mai: «Nessuno ha chiesto le mie dimissioni, anzi…»
L’ex designatore arbitrale UEFA Collina spiega le ragioni del suo addio al ruolo: nulla a che vedere con le polemiche juventine. Sul mancato utilizzo del VAR in Champions: «Dette bugie»
Nemmeno troppo a ciel sereno qualche settimana fa Pierluigi Collina ha detto basta ed ha mollato l’incarico di designatore UEFA lasciando il posto ad un altro italiano, Roberto Rosetti. All’ex fischietto resta adesso solo la carica di coordinatore FIFA, mentre per il futuro ogni porta resta aperta. Di certo negli ultimi mesi le polemiche nei suoi confronti non erano mancate: quella sul mancato utilizzo del VAR in Champions League su tutte, ma pure quella seguita alla semifinale di ritorno tra Real Madrid e Juventus, con il presidente bianconero, Andrea Agnelli, a capo dell’ECA, l’associazione dei top club europei, non tenero nei suoi confronti. È stato Agnelli a suggerire a Collina di farsi da parte? «Io sto benissimo, andare via è stata semplicemente una mia scelta perché era arrivato il momento di cambiare – ha spiegato stamane Collina a La Gazzetta dello Sport – . Se qualcuno ha chiesto le mie dimissioni? Il contrario, alla UEFA mi hanno chiesto di rivalutare la mia decisione e cambiare idea».
Insomma, una risposta indiretta alla Juve e ad Agnelli. Resta però il fatto che il VAR, utilizzato in Serie A e agli ultimi Mondiali, resta tabù in Champions: «La FIFA ci ha creduto da subito e ha iniziato molto prima la preparazione. Poi ci sono differenze oggettive: finora il VAR è stato utilizzato in campionati disputati in un solo Paese. Farlo in Champions dove si gioca in molti Paesi e dove ci sono più broadcaster è più complicato. Ma sono sicuro che anche la UEFA prenderà la decisione di implementarlo e quando questo accadrà gli arbitri si faranno trovare pronti». Per Collina il VAR trasmette maggiore tranquillità ai fischietti, che però dovrebbero sempre assumersi la responsabilità delle decisioni finali. Di certo il futuro, Champions o non Champions, è ormai tracciato: «Niente futuro senza VAR? Credo proprio di no, anche perché la gente non capirebbe. Viviamo in un’epoca in cui tutto quello che facciamo si basa sull’uso della tecnologia». E così sia.
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