Zidane e la chiave di volta del match: aggressione sulla palla dal primo minuto - Calcio News 24
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2018

Zidane e la chiave di volta del match: aggressione sulla palla dal primo minuto

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zidane real madrid

Il Real Madrid ha vinto all’Allianz Stadium sfoderando un’arma che fin’ora nessuno aveva provato contro i bianconeri: pressing asfissiante dal primo secondo

La sconfitta più larga subita dalla Juve nelle mura amiche dello Juventus Stadium, non è nata per caso. É figlia di due problemi.  Il primo era forse irrisolvibile a priori perché è una conseguenza del DNA della squadra di Allegri. Quella bianconera è una squadra che aspetta sempre qualche minuto prima di entrare davvero in partita perché vuole studiare gli altri anziché farsi studiare. È come se la sua strategia fosse rimanere nell’oscurità il più a lungo possibile e poi, quando l’avversario meno se lo aspetta, da quella penombra uscire per afferrare la preda, la partita, la vittoria. Ma questo modus operandi funziona splendidamente in Italia, in Europa non ha ancora trovato la giusta continuità. Il Real Madrid, è forse la squadra che possiede questa qualità in misura maggiore e sa come disinnescarla. Sa simulare sofferenza quando in realtà è in controllo, sa quando accelerare e dove farlo. Allo Stadium lo ha fatto chirurgicamente nel momento in cui la Juve è più vulnerabile: subito dopo il fischio d’inizio. Zidane è stato un abile stratega, perchè ha colto il difetto bianconero e l’ha sollecitato: 180 secondi e gol di Ronaldo.

Il secondo problema per la Signora è stata la differenza dei campioni, veri, in campo. Quello bianconero, Dybala, ha dimostrato ancora una volta che ha ancora tanta strada da percorrere prima di arrivare all’Olimpo del calcio. Tempo a disposizione ne ha, ma un quarto di finale di Champions League non si può giocare simulando e poi facendosi espellere malamente. Quello bianco, Ronaldo, un minuto prima riceveva l’ovazione sincera e spontanea dello Stadium per la sua personale doppietta, firmata con una rovesciata da copertina, antecedente al tris di Marcelo. La morale beffarda quindi è che ha ragione Allegri: la differenza la fanno i giocatori, e nello specifico, i campioni.

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