2018
Sarri, un’esultanza diversa. Mosse Napoli, l’ora della verità
Il Napoli passa sul campo della bestia nera Atalanta: l’esultanza di Maurizio Sarri. E le strategie di calciomercato: è il momento di svelare le carte
Un anno fa il Napoli aveva totalizzato un pesante zero spaccato nel doppio confronto con l’Atalanta di Gasperini: sconfitti all’Atleti Azzurri d’Italia, copione riproposto nel girone di ritorno, quando la clamorosa doppietta di Mattia Caldara raffreddò gli animi del San Paolo. Espugnato per l’intero anno solare 2017 soltanto dai nerazzurri e dalla Juventus. Questo per dettagliare cosa significhi la parola Atalanta per il Napoli di Sarri: partenopei che, dopo l’eliminazione incassata in Coppa Italia, bissano il successo dell’andata con un colpo in trasferta che ha quel sapore differente. Che lascia in dote quella sensazione di cambiamento, di maturazione, di consapevolezza: il Napoli scaccia l’incubo nerazzurro e si iscrive alla corsa scudetto con le carte tutte al loro posto. Guardando finalmente l’avversario, il solito storico avversario, dritto negli occhi.
Atalanta-Napoli, la teoria dell’equilibrio
Per il Napoli diventa subito un trattato psicologico: il classico pressing a tutto campo attuato dall’Atalanta – in salsa Borussia Dortmund di Klopp – priva gli uomini di Sarri dei consueti meccanismi. O meglio li disturba, che forse è anche peggio, perché di fatto resti nel limbo tra la scelta di coltivare ancora il piano A oppure rivolgersi a quello B. Se esiste. Il Napoli invece punta su quello originale, decide di passare comunque dal gioco per ottenere la vittoria, ma l’Atalanta non è d’accordo ed agisce sia sul regista Jorginho che sui canali delle corsie. Spezza le catene di Sarri e non si limita a questo: ha anche le spalle larghe per non accontentarsi di una fase difensiva ben organizzata. Il primo tempo è teoria dell’equilibrio applicata al calcio: non si muove nulla, tutto passerebbe dagli uno contro uno che i tre attaccanti del Napoli dovrebbero provare – e vincere – contro i tre difensori nerazzurri, ma la vena non pare essere quella dei giorni migliori e ci si dà appuntamento alla ripresa.
Svolta Napoli
Lo spunto degli attaccanti arriva, in realtà già prima del gol che consegnerà la preziosa vittoria alla banda Sarri: Insigne inventa per Callejon, è l’asse che ha fatto la fortuna del Napoli ma Berisha prima e Masiello poi dicono no. Lo spagnolo poi firma l’assist decisivo per la rete di Mertens: il folletto belga si sblocca con una soluzione delle sue e torna ad essere il reale fattore aggiuntivo di questa squadra. Senza le sue trovate fuori dal coro sarà difficile perseguire gli obiettivi massimi. Da quel momento Mertens sale in cattedra ed il Napoli si adagia felicemente sulle sue spalle: gioiello regalato a capitan Hamsik che spreca malamente con il suo sinistro, sì perché calcia egualmente con i due piedi, occasioni in ripetizione fino alla seconda rete dello slovacco annullata per sospetta posizione di fuorigioco. Il corollario è altrettanto fondamentale: il Napoli in novanta minuti ha rischiato soltanto con una conclusione di Cristante dalla media distanza. E contro una squadra che ha sempre mandato in crisi le alchimie di Sarri era una circostanza tutt’altro che scontata.
Sarri, l’esultanza diversa
Arriva il triplice fischio e le telecamere pescano l’esultanza di Maurizio Sarri: è differente dalle altre occasioni. Ha il senso della liberazione: la partita dell’Atleti Azzurri d’Italia era oltremodo sentita, il passo falso si sarebbe portato dietro degli strascichi rilevanti ed è sacrosanto ammetterlo. Per l’allenatore partenopeo si trattava anche di una questione personale: si è detto, non necessariamente a torto, che Gasperini fosse l’unico ad aver trovato la soluzione tattica per incartare il suo impianto. Per stoppare il Napoli e metterlo di fronte ai suoi limiti strutturali. Aver trovato le contromisure ed essersi preso l’ambito successo lo ha sgravato di un peso. La sua partita era stata anche altro: l’alta tensione finale, con la rete della tranquillità non convalidata a capitan Hamsik, il diverbio con Insigne al momento della sostituzione. Il Magnifico non accetta la scelta e si infervora platealmente con Sarri, che lo invita a sedersi senza fiatare. In post-partita se lo coccola: dovreste vederci in allenamento, io e Lorenzo litighiamo almeno quattro volte a settimana. Un po’ è il suo prediletto, per il resto non c’è spazio per queste cavolate: il Napoli quest’anno ha l’obiettivo massimo e tutto deve andare in questa direzione, tocca proprio all’intelligenza dell’allenatore smorzare i toni alti che talvolta i calciatori possono attivare. Si cresce anche così. Giocatori ed allenatore. Sì, perché anche Sarri sta facendo strada a determinati livelli.
Calciomercato Napoli, è il momento delle scelte
Partiamo proprio dalle considerazioni espresse in merito da Maurizio Sarri: in questo momento qualche risorsa aggiuntiva ci farebbe comodo. C’è poco da girarci intorno, il tecnico è il primo a riconoscere qualche difetto di struttura. Soprattutto se il raffronto va inevitabilmente operato con la diretta concorrente Juventus: Massimiliano Allegri può attingere a piene mani dal suo organico senza il timore di ritrovarsi scoperto o inadeguato. Gap che va rintracciato tutto nel pacchetto offensivo: sugli esterni mancano le alternative. Al momento anche nel mezzo, fattore però appianabile dal prossimo rientro di Milik. Non è così però per quanto concerne l’attaccante laterale: sfumata la trattativa Verdi, per il Napoli il reale obiettivo dell’attuale sessione di calciomercato, sono ore calde per definire l’eventuale operazione. I nomi che circolano sono quelli di Lucas Moura, Politano, Deulofeu o un Mister X al momento difficilmente rintracciabile. La certezza è che il Napoli debba fare presto: la complessità dei suoi contratti e la delicatezza della scelta impone di non ridursi alle soluzioni lastminute. Nessuno avrebbe da guadagnarci. Ma il discorso va affrontato alla base: la scelta di investire con forza sull’approdo di un esterno offensivo passa dall’accordo tra tutte le parti in causa. Prima di tutto quelle interne: il presidente Aurelio De Laurentiis vorrà essere certo che l’acquisto sia tenuto in chiara considerazione dalla gestione tecnica: Sarri dovrà avallare l’operazione, altrimenti non si muoverà nulla. Ma procediamo ad una riflessione finale: vale davvero la pena restarsene fermi? Quante volte il Napoli ha raggiunto tale consapevolezza di sé stesso? Quando è stato così vicino al bersaglio massimo? Ed è davvero un rischio da correre quello di rimpiangere l’eventuale successo per un mancato acquisto? Di una pedina che, senza girarci intorno, a questo Napoli serve eccome: a breve irromperà l’Europa League sul cammino dei partenopei. Una competizione allo stesso tempo lunga, complessa e da disputare con lo spirito di chi intende arrivare fino in fondo. In altre parole servirà freschezza, reattività, rotazioni. Rotazioni di qualità, non tanto per farle: quelle non portano a nulla. Ed allora, se si rema davvero tutti nella stessa direzione, è giunto il momento di trovare una soluzione: per non rimpiangere il futuro quando questo è ancora determinabile.