2018
Buffon su Bonucci: «L’addio scelta impulsiva, forse dispiace anche a lui. Allegri? Se ne parla troppo poco»
Le dichiarazioni di Gigi Buffon sull’addio di Leonardo Bonucci alla Juventus e su Massimiliano Allegri, tecnico bianconero
Dopo le dichiarazioni sul suo futuro e su Gigio Donnarumma, Gigi Buffon, portiere della Juventus, ha parlato a “La Gazzetta dello Sport” dell’addio di Leonardo Bonucci e anche di Massimiliano Allegri. Così Gigi sul difensore passato al Milan: «A Leo voglio bene come a un fratello, perché anche nei suoi eccessi mi piace tanto. Ha valori sani e, messo in un certo contesto, è un punto di forza. Una risorsa incredibile. L’ambiente Juve era perfetto per lui: mi è di spiaciuto sia andato via perché sembrava la scelta di un uomo impulsivo e orgoglioso. Ogni tanto, parlando, gliel’ho detto: lui mi ha risposto che non è stato impulsivo, ma ha fatto una scelta ponderata. Leo vive di sfide, aveva bisogno di riaccendere il fuoco con una scelta forte e impopolare. Lo rispetto, ma mi è dispiaciuto e credo dispiaccia molto ancora adesso anche a lui».
Queste invece le parole del portiere su Max Allegri: «Vincere ancora è estremamente complicato: io rischio di arrivare a 2500 giorni di fila in cui mi sveglio pensando “devo vincere”. A livello mentale è usurante. Quest’anno, a un certo punto, sentivo dire in maniera inopinata che fossimo in difficoltà. Ma se il Napoli le vinceva tutte non era colpa nostra… Sentivo dire anche che la difesa si era indebolita, ma gli uomini più o meno sono i soliti. Il club ha costruito una squadra fortissima, fatta di uomini con orgoglio, dedizione, voglia di competere e primeggiare che danno speranza di rivincere. Poi anche la gestione di Allegri, di cui nessuno parla mai, perché si pubblicizza poco, è eccezionale. Sento fare complimenti a tutti, ma pochi a lui. Frecciata a Sarri? Non facevo riferimenti a nessuno, la mia è stata una difesa spassionata, senza input, del mister. Di Allegri si sente parlare poco, ma quando vinci così tanto significa che l’allenatore è determinante. Io non farei mai il tecnico, ma da lui prenderei la lucidità e il coraggio-follia che lo accompagnano in determinati momenti e lo spingono a fare certe scelte».