2017
Italia umiliata, ma chi dà la colpa agli stranieri non ha capito proprio nulla
La mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale scatena i commenti sui social, c’è chi esagera e la mette sulla politica e sul populismo. Stranieri Italia: una breve analisi
L’Italia ha raggiunto il picco più basso della sua storia calcistica, forse sportiva. Niente Mondiale 2018 e Gian Piero Ventura untore della peste azzurra. Se non bastasse il giudizio del campo, arrivano i social network e l’immancabile parere di personaggi che non dovrebbero occuparsi di calcio, ma lo fanno perché pensano di saperne una più del diavolo. Matteo Salvini, giusto per fare un nome, è tra questi. Il leader della Lega Nord, con l’eliminazione dell’Italia ancora calda, ha pensato bene di aggiornare il thread “L’Italia è in mano agli stranieri” che tanta notorietà ha dato a Pochesci pochi giorni fa. Salvini, che probabilmente non ha una grande familiarità con le scuole calcio e con il mondo del pallone odierno, ha deciso che la colpa dell’eliminazione dell’Italia dal Mondiale è da attribuire all’invasione degli stranieri. C’è solo una parola per definire quest’operazione di campagna elettorale travestita da opinione calcistica: sciacallaggio. Purtroppo il pensiero (calcistico, non si vuole entrare nel merito della politica) di Salvini è anche quello di molti altri italiani, ma se siamo arrivati a Italia-Svezia del 13 novembre 2017 la colpa non è degli stranieri. Certo, gettare la croce addosso a chi arriva da fuori è sempre un bell’esercizio di catarsi, ma nel pallone non è così. La Germania, per citare l’esempio migliore possibile, ha fatto dell’integrazione il suo punto di forza e ha vinto un Mondiale.
Troppi stranieri in campo, dalle giovanili alla Serie A, e questo è il risultato.#STOPINVASIONE e più spazio ai ragazzi italiani, anche sui campi di calcio.#italiasvezia
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 novembre 2017
Stranieri Italia: il populismo e le colpe
Il telecronista Rai Alberto Rimedio ha parlato del flop della Francia nel 1993 e lo ha paragonato al meltin’ pot attuale in Italia, citandolo come modello di calcio da non imitare. Quella Francia lì aveva giocatori francesi di prima generazione, molti di loro vennero ostracizzati dal 1994 in poi e nel 1998 una nazionale multietnica alzò la coppa del mondo. Gli stranieri non sono un problema, gli oriundi men che meno. È da ipocriti e da populisti da bar dare la colpa ai settori giovanili in cui giocano ragazzini cresciuti (se non nati) in Italia: sia ben chiaro, non si tratta di gente che viene comprata appositamente per rubare il posto ai nostri piccoli campioni, che così si vedono usurpare il talento dai nuovi arrivati. Fa comodo pensarlo, ma non è così. La questione scuole calcio si potrebbe approfondire. Si potrebbe cercare di spiegare come mai in Italia vengono considerati dei santoni i soliti ex professori di educazione fisica che insegnano a picchiare e passarla liscia e a vincere slealmente. Si potrebbe analizzare come mai serpeggi così tanto la violenza e il razzismo nel calcio, quello sì, a livello giovanile. Si potrebbe provare a intuire come mai in Serie A arrivino calciatori che non conoscono ancora i fondamentali del gioco del calcio. Si potrebbero fare tante cose, a ben vedere, ma purtroppo ci conviene dare ragione a Salvini e a chi si scaglia contro oriundi e stranieri. Così come fa comodo dare la colpa solo a Ventura – il peggior ct della storia d’Italia, i risultati parlano chiaro – quando aveva in mano un gruppo eliminato ai gironi per due Mondiali di fila. Cercare un capro espiatorio e non la soluzione: questo ci rende fieri di essere italiani.
Il primo tra Renzi, Di Maio e Salvini che chiede le dimissioni di Tavecchio, rischia davvero di vincere le elezioni
— Marco Castelnuovo (@chedisagio) 13 novembre 2017