Criscito, San Pietroburgo mon amour: «Allo Zenit mi trovo alla grande» - Calcio News 24
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2017

Criscito, San Pietroburgo mon amour: «Allo Zenit mi trovo alla grande»

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Domenico Criscito racconta lo Zenit di Mancini: «Ha grande personalità. La nazionale? Spero di tornarci, ma…»

Un’esperienza che pensavisarebbe durata al massimo un paio d’anni diventa molto di più, inevitabile che il russo diventi parte di te: «Ora lo parlo senza problemi, ma che impresa! D’altronde sette stagioni…». San Pietroburgo, Domenico Criscito ormai è di casa: «Splendida. C’è tutto e la mia famiglia è felice. Peccato solo per il freddo». Chissà che fatica all’inizio. Lui, nato a Cercola trent’anni fa, abituato al calore campano: «Ma poi ci si abitua. Qui si sta bene».  Altrimenti impossibile raggiungere certi numeri: 207 gare, record di gol per un difensore (17), 2 campionati, 2 Supercoppe e 1 Coppa di Russia. Oggi è il leader della squadra di Mancini: «Ma direi più un nonno!», scherza. E di traguardi da raggiungere ce ne sono ancora molti. Compresa la Nazionale, «un sogno che porta al Mondiale, ma quanto ha inciso il calcio­scommesse…».

MOTHER RUSSIA – In Russia dal 2011, all’inizio il progetto era un altro. «Pensavo di restare un paio d’anni, non di più. Poi per vari motivi non ho mai cambiato. Ed eccomi qui, 208 gare dopo». Ormai è un russo d’adozione. «In un certo senso. Mi sono trovato sempre bene: città, tifosi, strutture… tutto bellissimo. E il nuovo stadio è spettacolare». Pensa di rinnovare? «Il contratto scade nel 2018, per ora non ci penso. Quando mi chiameranno valuterò con D’Amico, il mio agente». Senza Mancini sarebbe tornato in Italia? «Il club ha ribadito la miai incedibilità, indipendentemente dalle offerte. C’erano parecchie proposte, ma lui mi ha convinto a restare: è un grande, insegna calcio. Ha tantissima personalità, in questo non è cambiato rispetto a quando giocava». L’Inter è un rammarico? «Nel 2015 mancò l’accordo tra i club, troppo alta la richiesta. Forse fu un treno perso, ma zero rimpianti: più di 200 partite con lo Zenit e record di gol di un difensore. Un grande orgoglio, questo è uno dei club più importanti in Europa».

NAZIONALE – Ventura non guarda all’estero… «Ho segnato, servito assist e lavoro con uno dei migliori tecnici italiani. Il sogno di tornare rimane, ma non voglio commentare le scelte. Sono qui. È dura, ma continuo a sperarci». Playoff: Svezia abbordabile? «Italia favorita, ma occhio: ha dato fastidio alla Francia ed eliminato l’Olanda. Nonostante non ci sia più Ibra, sarebbe assurdo sottovalutarla. E in casa potrebbe essere pericolosa». Poco spazio in azzurro: quanto ha inciso il calcio-scommesse (inchiesta poi archiviata)? «Tanto. Per questo persi Euro 2012, forse anche Brasile 2014. Se penso a quel periodo mi vengono i brividi ancora oggi. Esperienza brutta. Ho pagato tantissimo, da innocente». Come ricorda quei momenti? «Non ho più indossato l’azzurro dal giorno delle convocazioni per l’Europeo. Fu durissima, credetemi. Non è piacevole camminare per strada e sentirsi urlare “ladro!”». Criscito confida a “La Gazzetta dello Sport” il suo sogno nel cassetto: «Esserci al Mondiale…». Lo dice sottovoce, con tristezza. Mista a speranza e carica.

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