Napoli, sette idee da 30 milioni o meno - Calcio News 24
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2017

Napoli, sette idee da 30 milioni o meno

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verdi italia ottobre 2017

Il pareggio del Bentegodi e la spia della riserva accesa: in casa Napoli la sosta arriva nel momento ideale per interrogarsi sul futuro

La premessa può apparire ovvia ma è doveroso ribadirla: di fronte ad uno spezzone di campionato fatto di dieci vittorie e due pareggi è arduo eccepire qualcosa. La strada si è invece parecchio complicata in Champions League, con la qualificazione agli ottavi di finale assai in bilico, ma va riconosciuto al Napoli di aver giocato alla pari con il Manchester City, castigato sia all’andata che al ritorno da episodi che hanno girato tutti in direzione degli inglesi. Gli uomini di Sarri si sono poi fermati al Bentegodi trovando il secondo 0-0 stagionale, pur restando al comando della classifica di Serie A: vantaggio ora minimo sulla diretta inseguitrice Juventus, di per sé un problema quando è lì a tallonarti. I distacchi però sono poco considerevoli anche sul resto della concorrenza: è giunto il momento di porsi qualche domanda sulla tenuta dell’organico in concomitanza degli impegni ravvicinati? Ed in relazione ad esempio al numero di alternative che possono vantare Juventus e Roma?

Le risposte

Se potevano risultare di carattere negativo in presenza di Arkadiusz Milik e Faouzi Ghoulam, oggi il quesito appare decisamente più incerto. Per quanto concerne il capitolo dell’attaccante polacco, il Napoli ha consapevolmente scelto di rischiare: unica alternativa di livello comprovato al tridente titolare, ma pur sempre un calciatore reduce da un lungo stop e faticosamente indirizzato sulla via del pieno recupero. Il senso del discorso può spostarsi su un altro piano: poniamo anche che Milik non si fosse nuovamente infortunato, il Napoli avrebbe avuto una risorsa alternativa ai suoi esterni offensivi? Tutto nelle mani di Ounas, che – appare evidente – deve ancora strutturarsi fisicamente per poter incidere in un torneo complesso come quello italiano. Sul piano fisico l’infortunio di Ghoulam ha ulteriormente complicato i piani: Mario Rui ha dimostrato di avere le carte in regola per crescere strada facendo, l’eventuale innesto di un ulteriore esterno basso nella prossima sessione di mercato potrebbe garantire a Sarri una certa adeguatezza di reparto. Il punto resta quello dell’esterno offensivo: al Bentegodi Callejon è apparso a corto di fiato. Avulso dal corso della gara. Così come Mertens, dopo la moltitudine di impegni ravvicinati e complessi. Un jolly offensivo alla Keita Baldé, non ci stancheremo mai di ripeterlo, avrebbe perfettamente fatto al caso del Napoli: esterno esplosivo ed all’occorrenza prolifico riferimento centrale. Così non è andata e si è scelto di puntare tutto su chi già c’era, senza aggiungere nulla. La ricetta può ancora funzionare? Intanto proponiamo una lista di papabili innesti, possibili per budget ed adattabilità al calcio di Sarri.

Julian Brandt

Classe ’96 come Ounas ma con una fisicità ed un pregresso del tutto differente: nazionale tedesco, Julian Brandt è già una realtà consolidata della Bundesliga. Abbinamento perfetto di corsa e tecnica, fonte continua di assist e – nello sviluppo della sua giovane carriera – di soluzioni personali e gol. Gioca nel Bayer Leverkusen e la sua valutazione si aggira già intorno ai venticinque milioni di euro. Soluzione ideale prima che sul suo profilo cadano gli occhi delle big internazionali: piede destro, nel Napoli sarebbe allo stesso tempo sostituto naturale di Lorenzo Insigne e risorsa ideale per far tirare il fiato a Callejon. Alle volte è stato impiegato da mezzala alla De Bruyne per intenderci, lì dove è costretto a rinunciare a qualcosa in termini di spunto ma può far valere tutta la sua tecnica e qualità.

Lucas Moura

Classe ’92 e dunque nel pieno dell’evoluzione della sua carriera, ma chiuso dai considerevoli innesti operati dal Psg in estate: gli approdi milionari di Neymar e Mbappé hanno inevitabilmente tolto spazio al funambolo brasiliano, che si ritrova ora con appena settantuno minuti all’attivo (un gol ed un assist). Valutazione alta, ingaggio anche: tutto però gestibile da una società che vive sui parametri economici del Napoli. Certo, sarebbe grande colpo, ma è difficile ipotizzare che Lucas Moura scelga di rimanere a Parigi nei prossimi mesi: ragion per cui l’occasione c’è e la concorrenza anche. Piede destro, è un’ala che predilige la ricerca del fondo e i tagli improvvisi verso il centro, sostituisce perfettamente Callejon ma nel corso degli anni ha giocato parimenti sul versante sinistro.

Simone Verdi

Classe ’92, dopo anni in cui ha senz’altro ritardato la maturazione rispetto alle possibilità del suo talento, ecco l’esplosione in quel di Bologna: sei reti e diversi assist nelle ventotto gare disputate nello scorso campionato, tre oggi con la gemma delle due punizioni segnate sabato scorso contro il Crotone con i due piedi differenti. Elemento che la dice lunga sulla padronanza tecnica dei fondamentali che questo calciatore può vantare. Altri due elementi in suo favore: Sarri lo conosce alla perfezione, avendolo allenato per due stagioni ad Empoli (dal 2013 al 2015), Simone Verdi può giocare sulle corsie come – qualora servisse – da falso nueve, mansione che a tratti ha svolto su buoni livelli in questa prima fetta di campionato. Il Napoli ci ha già provato in estate, ma si è visto chiedere ben 30 milioni dal Bologna (nessun problema invece sussisterebbe sull’ingaggio del calciatore): a guardarlo all’opera alle volte verrebbe da compiere la follia…

Luciano Vietto

Classe ’93, l’abbondanza in un club come l’Atletico Madrid è quella che è: 271 minuti in campionato, quattro volte da titolare, una considerazione generale non propriamente altissima, tenuto conto del recente prestito al Siviglia. Occasione in cui Luciano Vietto è prontamente tornato sui suoi livelli: dieci reti stagionali in trentuno presenze, tasso di capitalizzazione ulteriormente incrementato analizzando il rapporto in relazione ai minuti giocati. Tornato all’Atletico Madrid, pare essersi nuovamente intristito. In estate ci ha provato la Sampdoria, che aveva addirittura raggiunto un accordo di massima con il club spagnolo sulla base di venti milioni di euro, salvo poi non trovare quello con il calciatore, poco convinto della destinazione. In altre parole: il calciatore è sul mercato. Ed il talento che ne ha accompagnato il salto dal calcio argentino a quello europeo resta intatto. Così come i numeri, da potenziale stella: questo qui se sta bene ed è motivato a dovere fa gol. Attaccante di ruolo, la tecnica di base e la rapidità consentono l’impiego sull’intero fronte offensivo. Cambiare aria non può che fargli bene.

Jesus Corona

Classe ’93, occasione che può essere centrata a prezzi di mercato ragionevoli: intendiamoci, la bottega del Porto è notoriamente cara, ma allo stesso tempo non ci si fa problemi a vendere. Anzi, è considerata una filosofia della società lusitana quella di innestare giovanissimi prospetti, farli maturare nella serenità di un calcio come quello portoghese, dunque valorizzarli per poi venderli con tanto di plusvalenza. Sulle caratteristiche di Jesus Corona e sull’eventuale adattabilità all’impianto sarriano davvero pochi dubbi: ala rapida e tecnica, l’attenzione alla tattica che ripongono da quelle parti non lo tiene in tal senso a digiuno. Discrete medie realizzative, meglio nella stagione d’esordio al Porto che nell’ultima: ora siamo alla terza e la sensazione forte è che sia giunto il momento del salto in un campionato top.

Domenico Berardi

Classe ’94, ci risiamo, ci risiamo. Trattato dal Napoli in più di un’occasione, le importanti richieste economiche del Sassuolo hanno puntualmente raffreddato le fasi calde della trattativa. Andiamo al dunque: l’esperienza oramai pluriennale al Sassuolo non pare più motivarlo a dovere. Le quotazioni sono in calo, dopo i clamorosi primi passi compiuti in Serie A: impressionante capacità realizzativa, presenza fisica e capacità di incidere sul corso di una gara consolidata ben oltre la sua giovanissima età. Per assurdo poi la stella è andata a perdere luminosità: il Napoli lo monitora, ha sostanzialmente incassato la disponibilità di Domenico Berardi al trasferimento e può affondare il colpo, se disposto ad effettuare un investimento economico degno di un calciatore che a ventitré anni ha già siglato 44 reti nella massima serie calcistica italiana. Esterno di ruolo, può giocare da attaccante centrale, come è accaduto in alcune circostanze in nazionale under 21.

Federico Chiesa

Classe ’97, presentiamo il suo nome per completezza di esposizione: le strade di Federico Chiesa e del Napoli si sono allontanate in estate, dopo che la Fiorentina aveva venduto buona parte dei suoi calciatori più rappresentativi e non avrebbe potuto fare lo stesso con l’ultimo baluardo rimasto in dote ai suoi tifosi. Federico Chiesa è per distacco il prediletto del presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis: il prescelto, il principale indiziato al rafforzamento dell’organico della squadra nell’anno in cui si punta al traguardo massimo con quella consapevolezza mai raggiunta prima. Poi i no della famiglia Della Valle, ricordati proprio recentemente dal presidente del Napoli, nonostante gli sforzi economici in merito. Nulla da fare. Magari De Laurentiis ci riproverà: il livello del calciatore non lascia spazio a dubbi, impensabile sottrarre dal nostro elenco quello che è il sogno non nascosto del patron. Sogni di grandezza, per coltivarli – a maggior ragione dopo gli eventi negativi degli infortuni – occorrono rinforzi.

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