2017
Mertens alla Neymar, Napoli salvato dal suo genio
La notte di Mertens rispedisce il Napoli in testa alla classifica di Serie A: tre punti pesantissimi contro il Genoa e vetta riconquistata. L’analisi
La posta in palio era davvero alta, in termini di segnali e non solo. C’era da riconquistare la vetta della classifica di Serie A, occupata per ventiquattro ore dall’Inter di Spalletti, forte della vittoria ottenuta contro la Sampdoria valsa il momentaneo sorpasso sul Napoli. Chiamato dunque a reagire, a rispondere con l’unico risultato possibile in una concorrenza così livellata verso l’alto: la vittoria. Arrivata grazie alle perle del genio Mertens e non così semplicemente come si potrebbe pensare: tutt’altro invece ad un’analisi più approfondita e comprensiva di tutti gli aspetti da porre sul piano della bilancia.
Genoa-Napoli, una gara delicata per la banda Sarri
Detto dell’aspetto strettamente legato alla classifica e dunque al timone della Serie A, in casa Napoli c’era da fare i conti con la stanchezza, fisica e psicologica, derivante dalla appena trascorsa settimana di fuoco. Sette giorni in cui il Napoli ha vinto all’Olimpico sul campo della diretta concorrente Roma, ha perso con onore e gran reazione sul campo del Manchester City di Pep Guardiola, si è arrestata su uno 0-0 con l’Inter propiziato più dalle parate di Handanovic che dal reale andamento della gara. Eppure una flessione sul piano dell’intensità e della lucidità non era sfuggita ad un occhio attento: Napoli costretto a cedere qualcosa sul piano territoriale ad una squadra forte e più riposata quale l’Inter, il cui allenatore – nonché i principali giocatori – non a caso hanno dichiarato che qualcosa in più al San Paolo si sarebbe dovuto fare. La somma del tutto andava a scontrarsi con il turno infrasettimanale di ieri, non certo la classica boccata d’ossigeno che gli uomini di Sarri – alle prese ad esempio con la ristrettezza delle rotazioni nel pacchetto offensivo – avrebbero auspicato. La risposta partenopea era dunque particolarmente attesa dalla concorrenza: una mancata vittoria avrebbe aperto il tavolo della discussione.
Approccio: Napoli in difficoltà
Immediatamente chiuso da quello che è oggi a tutti gli effetti un genio del calcio: Dries Mertens. Il secondo gol è talmente bello da far sembrare il primo una routine. Quasi scontato. Invece partiamo proprio da qui: la notte di grazia del folletto belga inizia proprio al 14′ minuto, con il Napoli sotto di una rete. Sì, a dimostrazione di una fase della stagione da gestire in relazione alle forze a disposizione. Non è semplice: si cambia, si fa turnover seppur contenuto, ma i perfetti equilibri raggiunti dalla macchina di Sarri parzialmente ne risentono. L’intesa sui movimenti tra Koulibaly e Chiriches non è quella tra Koulibaly ed Albiol, mentre Hysaj è stanco ma si ritrova da opposto un Laxalt che va a mille, Zielinski fa giustamente tirare il fiato ad Allan ma ha attitudine più offensiva del brasiliano e la coesistenza con Hamsik accresce il divario tra la linea di centrocampo e quella difesa. Praterie in cui il Genoa si è incuneato grazie a banali lanci dalle retrovie: a tratti è sembrato di rivedere il primissimo Napoli di Sarri, bello ma troppo facilmente attaccabile, slegato tra i suoi comparti, qualitativo ma poco compatto e coeso. Il momentaneo vantaggio di Taarabt ed altre letture di gioco sparse qua e là lo testimoniano piuttosto agevolmente.
Fantascienza Mertens
Torniamo a quel primo gol, a quel quattordicesimo minuto: Dries Mertens si fa scivolare addosso la marcatura di Rossettini, la cui scelta di andare sempre e comunque in anticipo è stata pesantemente bocciata dalla condotta del belga. Che ne ha approfittato per procurarsi e realizzare la splendida punizione valsa l’immediato pareggio al Napoli di Sarri. Dopo un quarto d’ora si entra nell’antologia, meglio dire nella poesia: il lancio di Diawara – dedicato a chi non lo ritiene in grado di giocare al posto e nel ruolo di Jorginho – è da urlo, il controllo di palla di Mertens non esiste. Non è contemplato da questo meraviglioso sport. Il fenomeno belga mette giù il pallone con il suo destro, con una fattura ed una maestria le cui spiegazioni non sono riservate alle parole, se non agli occhi: controllo destro a seguire visto fare soltanto a Neymar, per comprendere di quale linguaggio calcistico ci stiamo servendo, la conclusione seguente (mancina!) è di rara potenza e precisione. Dries Mertens, dopo quello stop da marziano, in mezzo secondo effettivo ed in piena corsa calcia con il piede debole con forza impressionante, la palla centra la parte bassa della traversa e si insacca nella porta di un atterrito Perin. Poesia. Dries Mertens troverà anche il tempo per propiziare il decisivo autogol di Zukanovic: avrebbe segnato Callejon lì appostato o il pallone sarebbe egualmente entrato. Una prestazione fantascientifica di quello che oggi – le classifiche le lasciamo a voi – è oltre ogni ragionevole dubbio nel gotha dei calciatori che più spostano le dinamiche di una partita.
Aria Napoli
Così il Napoli di Maurizio Sarri e di Dries Mertens si riappropria del comando della classifica e si gode un’altra circostanza strettamente legata al calendario: tra le prime cinque realtà dell’attuale Serie A (appunto Napoli, Inter, Lazio, Juventus e Roma), è l’unica squadra ad aver disputato tre dei quattro scontri diretti previsti. Il Napoli ha infatti già giocato contro Lazio, Roma ed Inter. Due delle quali peraltro incontrate in trasferta. Il computo degli scontri diretti per le avversarie infatti è il seguente: Inter 2 (Roma e Napoli), Lazio 2 (Napoli e Juventus), Roma 2 (Inter e Napoli), Juventus 1 (soltanto la Lazio). L’effetto è fin troppo evidente: almeno sulla carta, la seconda parte del girone è favorevole proprio alla banda Sarri. Fattore da tenere in evidente considerazione anche e soprattutto per quanto concerne il girone di ritorno. Quello conclusivo, proprio quando si tireranno le somme. Somme alle quali il genietto Mertens vorrà senz’altro partecipare.
https://www.youtube.com/watch?v=aS7owiuhoF4