2017
Buffon conferma: «E’ il mio ultimo anno. Sui mondiali…»
Il portiere della Juventus e dell’Italia, Gianluigi Buffon, ha lasciato una lunga intervista al sito della FIFA. Tanti i temi affrontati
Gianluigi Buffon, numero 1 della Juventus e della nazionale italiana, dopo aver vinto il premio come miglior portiere Fifa per la stagione 2016/2017, ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale della federazione internazionale del calcio: «Da quando ero bambino ho sempre voluto compiti difficili. Sono il tipo di persona che cerca sempre sfide quasi impossibili. Fin da piccolo sapevo che il mio ruolo sarebbe stato quello del portiere, è la mia natura. Addio a fine anno? Ho deciso, e quando sei al termine della carriera ripensi ai tuoi successi e ti rendi conto di che tipo di calciatore sei».
Sul Mondiale in Russia: «La Svezia è una squadra dura, che gioca ad un buon livello e non ti regala. Noi però dobbiamo qualificarci per rispettare la nostra storia e la tradizione dell’Italia. Sarà difficile, ma dobbiamo farcela. Sono comunque orgoglioso della mia carriera con la Nazionale. Credo che sia straordinario giocare per una delle squadre nazionali più importante per tutto questo tempo, mantenendo sempre un buon livello di prestazioni. Non è una cosa comunque. Il mio passato? Onestamente guardo avanti. So bene cosa ho fatto e lo porto nel cuore, ma vivo nel presente e forse anche nel futuro. Preferisco concentrarmi sul momento. Pensare troppo al passato mi rende un po’ triste perché mi rendo conto di quanti anni siano ormai trascorsi. Sono cambiate tante cose: l’età, i compagni di squadra».
Sul ruolo di portiere: «Se è il giocatore più isolato della squadra? Il nostro ruolo è fondamentale: possiamo essere decisivi sia per una vittoria che per una sconfitta. In fin dei conti siamo importanti come un centravanti che segna un goal. Sappiamo che abbiamo una grande responsabilità a ricoprire un ruolo importante e tutto il nostro può essere negativo o positivo durante la gara. Si nota facilmente: la prestazione del portiere influenza notevolmente il risultato. Io il mio forte di tutti i tempi? L’idea mi piace, ma non devo essere io a celebrarmi. Per alcuni potrei esserlo, per altri no. Nel mio caso la carriera e i numeri dicono tanto, ma a questi livelli contano i fatti non le parole».