Georgi Nemsadze, surrogato dal Mar Nero di Albertini - Calcio News 24
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2009

Georgi Nemsadze, surrogato dal Mar Nero di Albertini

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Georgi Nemsadze nasce il 10 maggio del 1972 a Tbilisi, capitale della Georgia, allora ancora repubblica federata dell’ex Unione Sovietica. Inizia a giocare a calcio proprio a Tbilisi nel club più importante della città , la gloriosa Dinamo, che nel 1989, anno del suo esordio come professionista, partecipa per l’ultima volta al campionato sovietico.

Il primo torneo post indipendenza vede ai nastri di partenza dell’Umaglesi Liga, sedici squadre, ma solo una è quella da battere, proprio la Dinamo, che nel frattempo aveva assunto la denominazione (temporanea) di Iberia Tbilisi.

Con l’Iberia, alias Dinamo, Nemsadze si aggiudica i primi due titoli nazionali, giocando insieme a calciatori del calibro di Temuri Ketsbaia e Shota Arveladze, allora ancora illustri carneadi, ma con le stimmate dei campioni.

Dopo le stagioni al Guria Lanchkhuti prima, e alla Shevardeni Tbilisi poi, ritorna a indossare la maglia della Dinamo, questa volta da calciatore maturo, pronto a prendere per mano la squadra e condurla ad altri due titoli, chiudendo la stagione 1993-94 con 10 reti all’attivo (un bottino niente male per un centrocampista), e tenendo a battesimo l’esordio di un giovane molto promettente, tale Kakhaber Kaladze.

Dopo sette anni di militanza nel modesto campionato georgiano, il buon Georgi capisce che la realtà  di casa sua gli va ormai troppo stretta, tenta così l’avventura estera firmando, insieme al suo vecchio compagno Revaz Arveladze, per l’FC Homburg, società  che si districava nella serie B tedesca e che aveva più di qualche problema finanziario.

Come prima puntatina fuori dai confini georgiani non è certamente il massimo, tanto è vero che tempo un anno e sono già  pronte le valige, questa volta la destinazione è Trebisonda, città  turca sul Mar Nero, per indossare la casacca del Trabzonspor, squadra con un prestigio certamente maggiore e nella quale già  da qualche anno militavano i gemelli Arveladze, Shota e Archil.

Con il club turco centra un quarto posto in campionato, dietro le tre super corazzate Galatasaray, BeÃ?Â?iktaÃ?Â? e Fenerbaà§he, piazzamento comunque apprezzabile visto che vale un posto in UEFA.

Meglio ancora il risultato raggiunto in Tà¼rkiye Kupasi, la Coppa Nazionale turca, dove Trabzonspor conquista la finale, anche se nella doppia sfida con il Kocaelispor, sono quest’ultimi ad uscirne vincitori, nonostante i pronostici fossero tutti dalla parte di Nemsadze e compagni.

L’esperienza nella Sà¼per Lig turca dura solo un anno, al termine del quale il centrocampista georgiano passa nelle fila del Grasshoppers in Svizzera. La stagione con le cavallette è per Nemsadze una delle più belle dal punto di vista professionale, infatti il team di Zurigo riesce a conquistare lo scudetto, mettendo in mostra un ottimo collettivo e riuscendo nell’impresa di vincere, coniugando gioco e risultati. La squadra, guidata prima da Christian Gross e poi dall’ex tecnico rossocrociato Rolf Fringer, è un crogiolo di etnie e nazionalità . A Nemsadze e al giovane Vogel sono affidate le chiavi del centrocampo, mentre l’attacco è tutto sulle spalle della coppia Moldovan-Tà¼rkyÃ?±lmaz, ben supportati da un altro georgiano, l’ala Kevelashvili.

E dire che prima di scegliere Zurigo, Nemsadze era fortemente intenzionato a provare l’avventura nel campionato italiano. Nell’estate del 1997, infatti, il Lecce di Prandelli porta in ritiro il venticinquenne georgiano. Peppino Pavone, direttore sportivo dei salentini, lo aveva visto in videocassetta, ottenendo dal Trabzonspor l’autorizzazione a tenerlo in prova. Il centrocampista, nonostante la sua notevole esperienza internazionale, si presta al provino, “nella speranza – parole sue – di convincere Prandelli visto che sembrava giunto il momento di tentare la scommessa italiana”. Le cose sembrano mettersi bene per il georgiano, perfino Cesare Prandelli spende per lui parole di elogio: Ã?«à? abile sul piano tattico e dotato tecnicamente, visto che non ha sbagliato un solo passaggio. Chissà , potrebbe essere utile al mio LecceÃ?». Purtroppo per Nemsadze, però, il Lecce alla fine decide di non puntare su di lui, preferendogli il serbo Govedarica, ed è così che il centrocampista di Tbilisi fa rotta per la Svizzera, scelta che si rivela quanto mai azzeccata.

L’Italia, però, resta nel suo destino e nei suoi desideri, così l’anno successivo, dopo aver iniziato la stagione ancora con il Grasshoppers, passa a gennaio alla Reggiana in serie B. Arriva, non senza qualche difficoltà  burocratica, in quanto per fargli posto gli emiliani devono sbarazzarsi di “Lucky” Isibor, nigeriano tutto pepe, il cui trasferimento alla Dinamo Mosca subisce continui intoppi burocrati, i quali non fanno altro che far aumentare le aspettative dei tifosi per il nuovo arrivo.

Il suo innesto, che nelle intenzioni avrebbe dovuto dare quelle geometrie che mancavano alla squadra emiliana, impegnata a mantenere la categoria, dopo essere partita con ambizioni di promozione, serve, inoltre, a far dimenticare alla piazza la pessima scelta estiva di tesserare il ceco Edvard Lasota, che doveva essere uno dei punti forti della squadra e che invece aveva fallito miseramente.

Nemsadze approda in Italia a 28 anni, nel pieno della maturità  calcistica, con la giusta dose di esperienza e di carisma. Metronomo del centrocampo, capitano della sua nazionale, il georgiano fa della duttilità  tattica una delle sue armi migliori: Ã?«Io gioco da play davanti alla difesa. In genere, svolgo gli stessi compiti tattici di Albertini, ma me la cavo anche da stopper o da terzino destroÃ?».

Alle capacità  di interdizione e all’ottimo senso della posizione unisce anche discrete capacità  tecniche, e ottime doti sui calci di punizione. Nemsadze, 17Ã?° straniero dell’era Dal Cin, è, ufficialmente, il primo georgiano a giocare in Italia, anche se in serie B. Omari Tetradze, infatti, sbarcato a Roma qualche anno prima, pur essendo nato in Georgia, aveva rifiutato il passaporto georgiano per diventare cittadino russo e giocare così il Mondiale ad USA “?94 con la Russia.

Il suo arrivo in Italia completa la diaspora dei calciatori della Georgia, i cui migliori talenti già  da tempo si disimpegnavano egregiamente nei maggiori campionati europei, spinti oltre che dai forti guadagni anche dalla disastrosa situazione del loro paese, vittima della guerra civile. Del resto c’è anche da dire che i georgiani sono giocatori di grandissima tecnica individuale, tanto da essere definiti “i brasiliani dell’Unione Sovietica”.

Nemsadze fa il suo esordio il 7 febbraio, alla 21^ giornata, in un Cremonese-Reggiana 2-2, entrando al posto di Bresciani. Mentre la domenica successiva parte titolare nell’1-1 interno contro il Verona. Chiude l’anno con 10 presenze e l’amarezza di non essere riuscito a dimostrare le sue vere qualità , avendo scelto la squadra e il momento sbagliato. Il guaio, infatti, è che la Reggiana di quella stagione non aveva una propria identità , nè in campo, dove una rosa oceanica (alla fine del campionato saranno ben 38 i giocatori ad aver messo piede sul terreno di gioco per almeno una gara) non permette la coesione del gruppo, nè sulla panchina, dove si alternano Franco Varrella, Attilio Perotti e la coppia Speggiorin-Gregucci.

Nonostante il caos, la squadra alle ultime battute del campionato sembra dare segnali di ripresa, arrivando a giocarsi il tutto per tutto all’ultima partita. Non bastano, però, quattro vittorie nelle ultime quattro giornate per salvarsi, così a soli tre anni dalla promozione in A la Reggiana si trova nell’inferno della C1.

Chiusa la deludente parentesi italiana, durante la quale non aveva impressionato per niente, per Nemsadze si apre un quadriennio ricco di soddisfazioni al Dundee, in Scozia, dove scopre la sua reale dimensione calcistica. Rispolverato da Bonetti, il georgiano trova la sua collocazione come centrale di centrocampo, dando qualità , interdizione e veloci ripartente al gioco del Dundee; risultando, nel primo anno ai “Dark Blues”, la vera sorpresa della stagione e classificandosi al terzo posto nella graduatoria del miglior giocatore georgiano dell’anno, dietro Kaladze e Kobiashvili.

La serenità  dell’ambiente scozzese lo rigenera, i fratelli Bonetti fanno un buon lavoro semplificando la coesistenza di giovani promesse e veterani agli sgoccioli. Nemsadze così, nei suoi quattro anni al Dens Park divide lo spogliatoio con una variegata tipologia di calciatori. Dai primi “coloni” italiani, Roccati, Romano, De Marchi, Billio, al grande Caniggia, ai connazionali Khizanishvili e Ketsbaia, al calciatore asiatico del 2001, il cinese Fan Zhiyi, fino ai bomber Nacho Novo e Fabrizio Ravanelli.

Nella stagione 2002-03 il Dundee riesce nell’impresa di arrivare a sfidare i campioni dei Rangers in finale di Scottish Cup, proprio grazie ad un gol di Nemsadze in semifinale. Peccato che i Rangers non si lasciano intenerire dai ragazzi di Bonetti, aggiudicandosi la finale per 1-0 grazie al gol di Lorenzo Amoruso.

Dopo il Dundee, abbandonato a causa della precaria situazione finanziaria (leggasi amministrazione controllata), Nemsadze ritorna in Georgia per chiudere la carriera dove l’aveva iniziata, nella Dinamo Tbilisi, riuscendo ancora una volta a vincere il titolo.

Punto di riferimento della sua carriera è stata sempre la maglia della nazionale. Nemsadze, infatti, dal suo esordio, il 2 settembre del 1992 nell’amichevole contro la Lituania, ha racimolato ben 69 presenze, risultando essere il terzo giocatore di sempre dopo due “mostri sacri” del calibro di Levan Kobiashvili e Kakha Kaladze. à? stato, inoltre, il capitano della Georgia che tra il ’94 e il ’98 ha ottenuto i migliori risultati della sua storia, potendo contare su ottimi giocatori, la maggior parte dei quali provenienti dal settore giovanile proprio della Dinamo Tbilisi.

Sempre protagonista sia in campo, sia fuori, come quando, da vero capitano, si fa portavoce della solidarietà  dei compagni nei confronti del milanista Kaladze in seguito alla vicenda del rapimento e dell’uccisione del fratello. Unica macchia nella sua lunga militanza con la casacca georgiana è stata l’accusa di “scarso patriottismo” per aver chiesto un ingaggio troppo alto e per aver organizzato, insieme con altri compagni, un “party alcoolico” sull’aereo che riportava la squadra a casa dopo una trasferta in Polonia, valida per le qualificazioni al Mondiale, al termine della quale la Georgia era stata sconfitta 4-1.

Chiusa la carriera da giocatore, Nemsadze è entrato a far parte della Federcalcio georgiana, di cui è stato vicepresidente al posto di Gogi Kavtaradze, dopo le dimissioni di Nodar Akhalkatsi, presidente all’epoca delle accuse per il festino alcoolico. Nel 2007 si è candidato alla presidenza ed è pure stato eletto, salvo però rifiutare la carica per motivi sconosciuti. Attualmente orbita ancora all’interno degli ambienti della Federcalcio, in attesa di un’altra occasione. L’avesse chiesta a Reggio Emilia difficilmente gliel’avrebbero data.

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