2017
Sud America e Mondiale, “veleni” in coda nelle qualificazioni
Dal Cile accusato di “scarso impegno” al pareggio forzato di Lima tra Perù e Colombia: una notte folle quella del calcio sudamericano verso Russia 2018
Dalle prostitute nel ritiro del Venezuela al patto di non aggressione tra Colombia e Perù. Esplodono le polemiche oltreoceano dopo l’ultima giornata di Eliminatorias che ha condannato il Cile all’esclusione da Russia 2018. Cosa non si farebbe pur di partecipare ai Mondiali. Di tutto e di più a quanto pare, soprattutto in Sud America, dove l’atto conclusivo è stato segnato da veleni e accuse incrociate con tanto di presunte valigette, «biscotti» spudorati e un nutrito carico di escort denunciato a chiare lettere dal tecnico venezuelano. Ma è il caso di andare per ordine, visto che ogni sfida di martedì notte valeva ai fini della classifica e che tutti o quasi si gioca vano qualcosa.
ESCORT E VALIGETTE – I primi sospetti sono sorti sullo scontro tra Ecuador e Argentina, preceduto da indiscrezioni riguardanti l’esistenza di incentivi in denaro promessi ai giocatori ecuadoriani in caso di successo contro Messi e compagni. Una pratica piuttosto diffusa a quelle latitudini, ma smentita con toni piccati dal tecnico dell’Ecuador prima ancora che dalla strepitosa tripletta con cui la Pulce ha steso gli avversari, negando alla Tricolor il (presunto) assegno succulento. Il caso più eclatante è invece stato sollevato dal tecnico venezuelano Rafael Dudamel, che dopo il successo in casa del Paraguay ha denunciato la presenza di «un numeroso gruppo di prostitute inviate la notte prima nel ritiro della Vinotinto con il chiaro intento di corrompere la squadra» per favorire un successo dell’Albirroja, a cui sarebbe bastato il successo per guadagnare il quinto posto e il conseguente spareggio contro la Nuova Zelanda. «Una cosa indegna. C’è ancora gente convinta che certi mezzucci possano servire, ma abbiamo dimostrato di essere un gruppo di professionisti seri che non giocano con i sentimenti dei tifosi per una notte di sesso», ha tuonato Dudamel dopo la gara.
IL «BISCOTTONE» DI LIMA – Di presunto complotto si è parlato anche a proposito della sfida tra Brasile e Cile, con la stampa argentina che ha parlato di un tacito patto di non aggressione per far fuori l’Albiceleste. Sospetti infondati alla luce del 3-0 rifilato dalla Seleçao a Sanchez e compagni, condannati ad assistere al Mondiale davanti alla tv con conseguente bufera condita dalle dimissioni di Pizzi e dai velenosi tweet di lady Bravo, che ha puntato il dito su diversi giocatori rei di aver spesso alzato il gomito prima degli allenamenti. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, diverso il discorso circa il «biscotto» confezionato da Perù e Colombia, accontentatesi del pareggio dopo una serie di conciliaboli in campo ripresi dalle telecamere e rilanciati ieri in ogni angolo del web. L’accordo orchestrato tra i giocatori, con Falcao impegnato in lunghe conversazioni a bocca rigorosamente coperta e le panchine in subbuglio, è parso lampante.