2017
Polveriera Milan: Cutrone ha sancito lo strappo fra Montella e la società
La marcia di avvicinamento a Inter-Milan prosegue, ma la tensione è palpabile soprattutto in casa rossonera. Lo strappo fra Montella e la società nasce dall’impiego di Cutrone
Le rassicurazioni, per quanto siano vere, rischiano di non bastare più. Soprattutto nel caso in cui il Milan dovesse perdere anche il delicatissimo derby del 15 ottobre contro l’Inter. Le sconfitte contro Lazio, Sampdoria e Roma, pesanti sotto tutti i punti di vista, hanno complicato e non poco la posizione di Vincenzo Montella, che mai come in questo momento si ritrova isolato da un ambiente che rischia di diventargli ostile. Soprattutto nel caso in cui il trend negativo contro le grandi non dovesse essere invertito nel giro di pochissimo tempo. Ma le ragioni della crisi di rapporti fra il tecnico e la società arrivano da più lontano, precisamente dalle prime giornate di campionato. E la causa dello strappo è Patrick Cutrone, che nonostante abbia avuto uno splendido impatto col mondo Milan ha sancito una frattura difficilmente sanabile fra Montella e il tandem Fassone-Mirabelli.
L’impiego di Cutrone da titolare contro Crotone e Cagliari non è mai stato veramente digerito dalla dirigenza rossonera, nonostante il ragazzo abbia fatto benissimo. Perché André Silva, il colpo estivo da quasi 40 milioni di euro, è rimasto a guardare e il Milan non ha gradito la mossa di Montella. La titolarità di Cutrone è stata venduta dal tecnico come una scelta dettata dalla grande condizione psico-fisica che stava attraversando il giocatore, ma in realtà era un chiaro avvertimento alla dirigenza. Perché Montella avrebbe voluto un grande attaccante, uno alla Belotti o alla Aubameyang, e non gli ottimi ma non decisivi André Silva e Kalinic.
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Cutrone prima sedotto e ora abbandonato?
Cutrone si è ritagliato spazio, meritandosi l’attenzione del Milan, ma la volontà di Montella di forzarne l’impiego è stata una decisione presa scientificamente dall’allenatore per mandare un messaggio alla società. Che la società ha capito, ma non ha ascoltato, visto che la nuova proprietà ha stanziato 230 milioni di euro sul mercato, non proprio noccioline. Soldi che servivano a ridare lustro al Milan, ma gli investimenti non sono mai stati orientati in alcun modo alla volontà di Montella, che si è ritrovato dall’oggi al domani con un’infinita abbondanza di talento da amalgamare. E il tempo, per gli allenatori, è sempre meno di quello che servirebbe, soprattutto quando si gioca una volta ogni tre giorni.
Lo strappo fra Montella e Mirabelli in particolare ha vissuto una fase di mini riavvicinamento in occasione di Milan-Roma, perché Montella ha volutamente schierare quasi tutti i nuovi arrivi. Con risultati non positivi, come a dire: ho fatto giocare quelli che mi avete preso, ma di più non posso fare. Il vero equivoco rossonero è proprio legato al mercato e ad un agosto che ha reso infelici. Sia la società, che non avrebbe gradito un velato rimprovero sulle scelte di mercato da parte di Montella, che Montella stesso, che avrebbe voluto essere maggiormente coinvolto sul tema attaccante. E alla fine chi paga? Il Milan che rischia di affondare, ma anche il povero Cutrone, al quale un prestito in provincia con la prospettiva di giocare sempre avrebbe certamente giovato.