2017
Bonucci e Juventus, l’addio fa male ad entrambi
L’addio di Leonardo Bonucci alla Juventus al momento nuoce ad entrambi: il dettaglio statistico, il difensore al Milan e la difesa di Allegri senza il suo leader
La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori non hanno perso tempo per elargire i primi giudizi sull’affaire Bonucci: la sua esperienza al Milan a detta di tanti non è iniziata secondo i migliori auspici, tanto che il diretto interessato sarebbe addirittura pentito della scelta compiuta poco più di due mesi fa. In pochi però si stanno interrogando sul rendimento che la difesa della Juventus sta riscontrando in sua assenza: siamo così certi che il tutto abbia nuociuto esclusivamente all’ex centrale bianconero? Procediamo ad analisi servendoci di raffronto statistico rispetto a quanto accaduto nella recente stagione.
Juventus con e senza Bonucci: le statistiche
Nelle prime sette giornate dello scorso campionato la Juventus ha incassato quattro gol, cinque nello stesso frangente attuale. Nessuna rete al passivo nelle prime due gare della fase a gironi della Champions League 2016-17, già tre nella corrente edizione. A fronte delle nove gare stagionali dunque, il complessivo della stagione 2016-17 (con Bonucci) ammonta a quattro reti incassate, quello della stagione 2017-18 (senza Bonucci) ad otto. Il doppio. Ecco il dato puntuale: 0.44 gol subiti a partita nei primi nove impegni ufficiali della scorsa stagione, 0.88 nel corrispettivo odierno. La statistica viene ulteriormente macchiata se aggiungiamo l’esito della Supercoppa Italiana: altre tre reti incassate dalla Lazio, rispetto alla sola subita dal Milan l’anno prima. Confronto reso complesso dalla non simultaneità delle date: la Supercoppa Italiana dell’attuale stagione si è regolarmente giocata in estate, prima dell’avvio del campionato, mentre per quanto concerne la recente stagione è stata disputata il 23 dicembre, appena prima della sosta natalizia. Il dato puntuale andrebbe ad ogni modo a peggiorare: ben undici reti subite in dieci gare, alla media dunque di 1.1 a partita. Un andamento decisamente sconosciuto in casa Juventus.
Oltre i numeri: cosa succede alla difesa della Juventus?
Il dato va ulteriormente decodificato in base alla complessità degli impegni: la maggiore difficoltà inerente all’avvio dello scorso campionato rispetto a quello attuale si compensa con l’opposto verificato in Champions League, dove le prime due gare della corrente edizione sono dal tasso di difficoltà maggiore rispetto allo scorso anno. Ad ogni modo la Juventus ci ha rimesso un trofeo e secondo quanto raccontano i dati l’andamento difensivo è peggiorato: quanto manca Leonardo Bonucci alla Juventus? Stando alle rotazioni che Massimiliano Allegri sta effettuando in seno alla sua coppia centrale, la quadra non è stata trovata: nel senso, non è detto che la Juventus – a differenza del passato – si serva di un tandem fisso. Giorgio Chiellini sta come da pronostico giocando più degli altri con i suoi 630 minuti complessivi, Daniele Rugani e Medhi Benatia si dividono gli impieghi rispettivamente con 450 e 425 minuti, 418 quelli disputati da Andrea Barzagli impiegato però anche da esterno difensivo, ancora non si è visto il jolly Howedes alle prese con problemi fisici. Il quesito sorte ora immediato: è possibile che la suddetta quadra sia raggiunta proprio seguendo le logiche dell’alternanza? Partito Bonucci e dunque in assenza di quello che era il leader tecnico della difesa, le soluzioni – a quanto si evince dai numeri – stanno portando a rotazioni di qualità tra le risorse dell’organico bianconero. Opzione dunque meno stabile ma non giocoforza meno redditizia: il tempo racconterà le eventuali nuove dinamiche e le relative conseguenze.
Bonucci e il Milan: inizio prevedibile?
Rome wasn’t built in a day, cantavano i Morcheeba. Come a dire: le grandi cose hanno bisogno di tempo. E questo tempo non è necessariamente poco. Anche in tal caso lasciamo parlare i numeri prima delle opinioni: il Milan di Bonucci ha totalizzato 12 punti in sette giornate di campionato, lasciandone nove sul campo. Ossia le tre sconfitte rimediate contro Lazio e Sampdoria in trasferta, contro la Roma ieri nello scenario di San Siro. Non a caso i tre impegni più complessi affrontati dai rossoneri nel primo scorcio di Serie A. Sconfitte peraltro nette, senza appello: otto gol incassati, appena uno siglato all’Olimpico sul risultato di 4-0 per la Lazio. In altre parole un disastro. Un disastro che non può essere compensato dalle sei vittorie internazionali ottenute tra qualificazioni e fase a gironi di Europa League contro avversari comodi, ma che anzi viene amplificato dal ritardo già accumulato dal Milan rispetto alle dirette concorrenti: nove dal Napoli, sette dalla Juventus e dai cugini dell’Inter con il derby in arrivo, quattro dalla Lazio e tre dalla Roma che però ha una partita da recuperare. Gli oltre duecento milioni di euro investiti nella recente e roboante sessione di calciomercato non possono tradire l’obiettivo: il ritorno in Champions League, nell’Europa dei grandi, nella casa del Milan. Eppure il traguardo a detta di tanti appare già lontano. Sulle responsabilità di Bonucci, l’acquisto destinato ad elevare il tenore generale di questo Milan, torniamo ancora al motivetto dei Morcheeba: Roma non fu costruita in un giorno. Si necessita di tempo per imprimere la propria leadership su un gruppo, per trasmettere mentalità vincente, per assumere la guida di una difesa composta da elementi tutti nuovi e che giocoforza richiedono continue verifiche per amalgamarsi. Per conoscersi a fondo e trovare le giuste coordinate. L’obiettivo resta quello ed il non centrarlo si tramuterebbe inevitabilmente in un fallimento, sacrosanto sottolineare lo stato attuale, ma neanche si proceda a giudizi che allo stato dei fatti risultano essere oltremodo sommari.