2017
Inzaghi e l’amore per Venezia: «La città più bella del mondo»
Pippo Inzaghi, Venezia e il ritorno in B dopo tanti anni: «Possiamo rompere le scatole a tutti. Mio fratello Simone…»
arra la leggenda che in 15 mesi non abbia mai visitato Venezia. «Abito a Mestre di fronte alla sede, al mattino vado a correre. Vivo in tuta, sono sempre al campo e alla sera ceno con lo staff per preparare le partite. Molto triste, lo ammetto…». Non ci crede nessuno. Poi Pippo si infila le dita nei capelli spettinati, abbassa lo sguardo e ammette: «Sì, due volte ci sono stato, in un ristorante a piazza San Marco: per il mio compleanno con la mia ex fidanzata e con i miei genitori per festeggiare la promozione. Ma prometto di tornare presto, questa è la città più bella del mondo». Parole di Pippo Inzaghi. Magari per festeggiare un weekend d’oro come l’ultimo: lei che vince a Bari, suo fratello Simone che con la Lazio strapazza il Milan. «Eh magari. Per fortuna di momenti felici ne abbiamo, l’anno scorso abbiamo fatto cose importanti. Ma facendo questo mestiere sappiamo che ci saranno anche i momenti neri».
SUCCESSORI E FRATELLI – A proposito di momenti positivi e non, quello del Milan. Lei quella panchina la conosce bene: come vede Montella? «Ammetto che domenica ero combattuto tra il mio Milan e Simone… Comunque il Milan ha fatto un ottimo mercato e quando si cambia tanto serve pazienza e in Italia ne abbiamo poca. Già leggo di allenatori a rischio: così presto? Non è giusto. Guardate il Napoli: hanno avuto pazienza e ora sono fortissimi. O la Lazio». E Simone? Con la Lazio sta facendo bene e Pippo Inzaghi conferma il suo buon momento ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”: «È felice, sereno. Gli è successo qualcosa di speciale, ma so come conosce il calcio e quanto impegno ci mette. Alla Lazio doveva arrivare il messia Bielsa, Simone rischiava, ma è stato bravo. Adesso ha tanti impegni e una rosa non ampia: deve fare un altro capolavoro».
OBIETTIVI VENEZIANI – Oggi Perinetti ringrazia il fatto che nessuno si sia accorto della bravura di Inzaghi, impedendogli così di esser avvicinato da altre società: «Intanto avevo un contratto, e quando sposo un progetto lo voglio portare fino in fondo. Sono qui grazie a lui, la società mi ha accontentato in tutto. Volevamo vincere e poi salvarci, è un percorso giusto». Lei non ha mai pensato di andare via dal Venezia? «Mi sarebbe dispiaciuto lasciare i miei ragazzi. Lo dicevano anche loro nelle dichiarazioni, quindi ora quelle parole le gioco a mio favore…». Tacopina continua a parlare di Venezia in Europa: esagerato? «Il presidente ha detto che un giorno vorrà la A e l’Europa. Giusto, ma l’ambizione deve correre a pari con la realtà». È contento del Venezia? «Sono arrivati i giocatori che volevo e abbiamo mantenuto il gruppo. Possiamo rompere le scatole a tutti. Chi deve giocare contro di noi, la sera prima dorme preoccupato». A Bari ha vinto con difesa e contropiede. Sarà sempre così? «In C non mi sono mai adattato all’avversario, in B lo devo fare. Lo dicevo prima, non posso far prevalere le mie idee sul valore della squadra. Il mio Venezia non sarà mai lo stesso. Possiamo fare il 4-3-3 come il 3-5-2: alla vigilia scelgo i giocatori più in forma, poi il sistema di gioco in base all’avversario». La rivelazione è Audero, portiere preso dalla Juve Primavera. «Non è facile in B partire con un portiere del ’97 al debutto. Ma non esaltiamolo troppo: ha grande personalità, ma deve sapere che ci saranno anche momenti negativi. Di sicuro lui e gli altri debuttanti crescono in autostima giocando in certi stadi e contro certi giocatori».