La A secondo Leonardo Semplici: «Determinazione e umiltà plasmano un buon allenatore. Ferrara ci dà una spinta incredibile»

Pareggio a reti bianche contro la Lazio in trasferta, vittoria al 94′ in casa contro l’Udinese, dopo aver quasi buttato il 2-0 di vantaggio. Inizio forte (e positivo) per la Spal di Leonardo Semplici, arrivato da lontano: «Ci ho messo molta passione. Quando ho iniziato ad allenare in Eccellenza lo facevo di sera, perché durante il giorno lavoravo con mio padre – racconta l’allenatore della Spal a “Il Corriere dello Sport” -, ma sentivo che quella era la mia vocazione sportiva. Ho faticato allenando nei campi di provincia, dove però s’impara molto. Da subito abbiamo iniziato a vincere, ma io non mi sono mai accontentato. Credo che la determinazione conti molto. Carattere e umiltà plasmano un buon allenatore». Un messaggio chiaro ai nuovi arrivati: «Voglio giocatori che non si accontentino, che si mettano sempre in discussione, che abbiano sempre voglia di migliorarsi».

DALL’INCUBO AL SOGNO – E pensare che alla prima con la Spal fu pesantemente contestato: «Più che me, contestarono la società, perché la Spal si trovava a tre punti dai play-out. C’era un po’ di esasperazione verso la nuova proprietà e alcuni giocatori». Riportare la Spal in A è stato significativo: «Un’emozione straordinaria, perché abbiamo risvegliato un tifo demoralizzato. C’è una vicinanza unica da parte della città e dei tifosi. Ora c’è un nuovo senso di appartenenza: forse nemmeno noi ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto in soli tre anni. Merito della società e dei ragazzi». L’obiettivo della Spal è chiaro: «Tutti ci danno già per retrocessi, quindi dobbiamo salvarci. Per me sarebbe il coronamento di un cammino straordinario». Visto che è tifoso della Fiorentina, qualcuno ipotizza per lui anche un futuro viola: «Essendo fiorentino, potrebbe esser difficile. Il mio sogno era di allenare in D: oggi sono arrivato in A e mi auguro solamente che questo non sia un punto d’arrivo, ma di partenza».