Ciro Immobile parla della sua vita e della sua carriera in un’intervista al Corriere della Sera: dagli inizi alla Nazionale…

Ciro Immobile si è preso la Lazio. C’è la sua doppia firma nell’ultima vittoria biancoceleste in Supercoppa contro la Juventus, primo trofeo biancoceleste dell’era Inzaghi. L’attaccante di Torre Annunziata, che ha iniziato la sua seconda stagione in maglia laziale, ha ripercorso le tappe della sua vita dentro e fuori dal campo in un’intervista al Corriere della Sera, a cominciare da quello che verrà: «I Mondiali? Temo soprattutto Germania, Spagna e Argentina. Io e Belotti insieme? Spero di sì, abbiamo caratteristiche compatibili anche se gli invidio il colpo di testa, è micidiale. Ventura? E’ un vero intenditore di calcio». Sugli inizi da calciatore, Immobile ha ricordato: «Quando ero a Torino nelle giovanili della Juventus mia madre salì da Torre Annunziata per chiedermi di tornare; le dissi di andare via e non mettermi strane idee in testa. A quell’età lavori per realizzare un sogno, senza pensare a cosa puoi perdere dell’adolescenza. Credo però che la mia vita sia stata molto lavoro e programmazione, ho sempre pensato ad allenarmi. Molti dei miei amici di Torre Annunziata sono finiti in galera». Poi, sui suoi modelli: «Il mio mito è stato Alessandro Del Piero, ho esordito in Serie A e Champions sostituendo proprio lui. Come squadre, in tv dico il Milan di Sacchi, sul campo il Barcellona di Guardiola: quando giocavo al Siviglia ho affrontato Messi, giocatore di un altro pianeta, che ritengo più forte rispetto a Cristiano Ronaldo, un fenomeno più fisico. Un giocatore a cui assomiglio di più? Dico Cavani, anche perchè corre come un pazzo per novanta minuti». Infine, su Zeman e i riti prepartita: «Zeman è un uomo simpaticissimo. Durante gli allenamenti al Pescara cantava sempre, anche inventandosi parole. Un maestro che ho risentito anche recentemente. I miei riti prima della partita? Ascolto musica, cantanti italiani come Tiziano Ferro…».