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2017

Al Benevento dei cross manca un centravanti navigato

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Finestra sul calciomercato di una neopromossa: l’attivissimo Benevento di Vigorito, analisi sulle mosse del club sannita

Tra i club più dinamici dell’attuale sessione di calciomercato figura senz’altro il Benevento, società campana alla sua prima apparizione nella massima serie del calcio italiano, così come di prima volta si trattava un anno fa per quanto concerne la Serie B. Un doppio salto carpiato che ha del clamoroso e che impone un’operazione di struttura assai complessa: il differenziale di categoria non è giocoforza assimilabile, il tuffo nel grande calcio richiede operazioni di una certa fattura tecnica e caratteriale per sopravvivere ad altezze mai conosciute prima. Il Benevento però, a prescindere dalla valutazione che proveremo a dare, non pare aver lasciato spazio all’improvvisazione: le mosse al momento effettuate dalla dirigenza aderiscono ad un disegno tattico puntualmente concordato con la guida tecnica Marco Baroni.

Il Benevento dei cross: 4-4-2 e sovrapposizioni

Il segnale altisonante in tal senso è arrivato dagli approdi di Gaetano Letizia e Gianluca Di Chiara: due esterni bassi ben noti agli addetti ai lavori per la propensione a servire assist. Che siano intesi come cross classici o servizi rasoterra dal fondo. Addirittura otto quelli firmati dall’ex esterno del Perugia nell’ultimo campionato di Serie B, tre quelli dall’ex Carpi, impreziositi dalla clamorosa punizione segnata a Frosinone negli ultimi minuti della semifinale di ritorno dei playoff, prodezza con cui regalò la finale al suo Carpi. Poi persa proprio contro il Benevento dei miracoli. Due terzini a chiara propensione offensiva che potranno contare sull’apporto di esterni alti altrettanto inclini al gioco di fascia: approdato Marco D’Alessandro dall’Atalanta e con un Ciciretti nuovamente in rampa di lancio dopo la flessione riscontrata nella fase chiave della scorsa stagione, l’eventuale acquisto di Ricardo Kishna risulterebbe il segnale chiaro ed inequivocabile di una scelta. Il Benevento andrebbe a puntare con forza su un 4-4-2 classico che vada a premiare le sovrapposizioni dei suoi laterali ed a valorizzare l’inventiva degli esterni alti: piede sinistro Ciciretti così come lo è Kishna, olandese proveniente dal glorioso settore giovanile dell‘Ajax ed in cerca dell’occasione giusta dopo la poco redditizia parentesi con la maglia della Lazio, piede destro per D’Alessandro. L’ottimo Baroni ha dunque gli strumenti necessari per plasmare il Benevento a suo gradimento.

Cosa manca a Baroni?

Se il pacchetto esterni può essere definito all’altezza della situazione, qualche dubbio in più sussiste sugli attaccanti a disposizione del tecnico toscano, quelli che poi nei fatti dovrebbero recepire un’importante produzione di cross. Al momento il punto di forza è la conferma di George Puscas, che resterà al Benevento nella prossima stagione tramite un’operazione a carattere temporaneo definita con l’Inter: classe ’96, fisicità importante e personalità di chi – dopo una stagione spezzettata dai continui infortuni – ha trovato la forza per decidere la corsa playoff e diventare il volto della storica promozione. Puscas è il classico attaccante di una neopromossa: giovane e voglioso di esplodere, con le carte in regola per riuscire nell’intento. La conferma di Fabio Ceravolo – ben venti gol nello scorso campionato, suo career high – sommata all’acquisto di Massimo Coda dalla Salernitana lasciano invece più di una perplessità sul livello complessivo dell’attacco sannita: trentenne il primo e prossimo ventinovenne il secondo, hanno finora soltanto sfiorato la Serie A. Non è necessariamente un assunto condizionante, ma neanche il miglior biglietto da visita per una categoria in cui, quando non sei all’altezza, rischi di incappare in figuracce. L’approdo di un centravanti abile nel gioco aereo e che abbia già maturato una certa esperienza nella massima serie andrebbe a completare l’organico di Baroni, permettendogli di poter costruire il futuro su una base più solida di quella attualmente precaria: per intenderci, un identikit ideale risponde al nome di Leonardo Pavoletti. Non a caso già cercato – senza successo – dal direttore sportivo Salvatore Di Somma.

Fase difensiva punto di forza del Benevento di Baroni

Così è stato nella cavalcata che ha portato il Benevento in Serie A: al netto di una breve e decisamente perdonabile sbandata, la squadra di Baroni ha sempre mantenuto la barra dritta. Pochi i gol incassati, solida la linea difensiva, ben supportata dal lavoro di un centrocampo senz’altro più presente in fase di copertura che in quella di sostegno al gioco attivo. Superfluo raccontare che gli esami di maturità attesi in Serie A saranno di tenore assai diverso: la favola della Strega è attesa dagli Higuain, Dzeko e Mertens di turno. Ma anche non volendo servirsi di questi nomi, mediamente da attaccanti che sanno il fatto loro. Interpreti che ti castigano alla prima disattenzione. Il club sannita sta provando a strutturarsi: l’acquisto di Costa porta una certa esperienza alla difesa, non rapidità purtroppo. Quella che invece, sommata alla forza fisica, porterebbe in dote la scommessa Berat Djimsiti, difensore della nazionale albanese particolarmente apprezzato dall’ex commissario tecnico Gigi De Biasi e reduce da un ottimo campionato con la maglia dell’Avellino. Ed è sulla mobilità che Baroni, al netto anche di esterni sicuramente più funzionali alla propulsione offensiva che alla tenuta difensiva, dovrà lavorare. Discrete certezze sul supporto della mediana: Chibsah segnerà di meno ma potrà specializzarsi nel ruolo di schermo, al colpo Cataldi le mansioni di playmaker o almeno di gestore dei tempi di gioco. Manca un po’ di tecnica, ma soprattutto un centravanti vero per alzare l’asticella e giocarsela alla pari: benvenuto Benevento.

https://www.youtube.com/watch?v=h9L0H6sqoug

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