Ancora Raiola: «Minacciati da Mirabelli. Milan, questo è mobbing» - Calcio News 24
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2017

Ancora Raiola: «Minacciati da Mirabelli. Milan, questo è mobbing»

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mino raiola

Raiola ancora contro il Milan. Altra intervista del procuratore di Donnarumma (stavolta cartacea), volano attacchi violenti ai rossoneri e a Mirabelli: «Il nuovo Milan ha lo stemma del vecchio, non la classe»

Mino Raiola non si ferma davanti a niente. Il procuratore di Gigi Donnarumma ieri, ha parlato dicendo finalmente la sua circa il mancato rinnovo di contratto del portiere col Milan. Parole che, come ci si aspettava, sono state forti e mirate ai microfoni televisivi. Lo sono state pero altrettanto ai microfoni dei giornali. Sì, perché Raiola, che appunto non si ferma di fronte a nulla, ha rilasciato una intervista anche ai microfoni del Corriere della Sera. Un’intervista dai toni sprezzanti nei confronti del Milan, è bene dirlo. «Due cose avevo chiesto a Marco Fassone, col quale ho un rapporto ottimo: tempo e serenità. Mai pensato di portarlo via a parametro zero, chiedevo solo tempo per capire cosa era meglio fare – riferisce Raiola con dose di ironia – . Io non porto via la gente, mica faccio il tassista».

Raiola continua attaccando molto duramente il neo-direttore sportivo rossonero Massimiliano Mirabelli: «Il contratto si firmava a ottobre, a dicembre: che fretta c’era? Una vera trattativa non c’è mai stata, Mirabelli ha creato subito ostilità, con lui c’è stato uno scontro forte, una guerra. Ci ha minacciati, con un aut aut inaccettabile. Ha dimostrato di non avere esperienza. Ma io in venticinque anni di mestiere non mi sono mai inginocchiato. Io se muoio, muoio in piedi». L’affondo, senza mazzi termini, di Mino Raiola.

Raiola spara a zero: «Gigio voleva rimanere, poi alla fine…»

Anche Donnarumma, alla fine, avrebbe cambiato idea: il portiere rossonero, inizialmente, era orientato a rinnovare, poi… Spiega il procuratore italo-olandese: «Gigio diventerà più forte di Gigi Buffon e sarà il primo portiere a vincere più Palloni d’Oro. Ma poi, dici che vuoi fare di Donnarumma la tua bandiera e poi minacci di spedirlo in tribuna – dice Raiola, riferito probabilmente proprio alla minaccia di Mirabelli – . La rottura è arrivata quindici giorni fa, dopo l’incontro qui a Montecarlo. Loro si erano già comportati male chiamando la famiglia, parlando ai giornali, cose inaccettabili. Poi ci danno l’ultimatum. È finita quando Gigio, che fin a lì ci aveva creduto più di me perché lui al Milan ci voleva restare davvero, mi ha detto: “Mino, sinceramente adesso non so se me la sento più”». Quindi la rottura…

La chiosa è sull’ex amministratore delegato milanista Adriano Galliani, amico di Raiola e, a differenza di quanto raccontato, mediatore fino all’ultimo con la nuova dirigenza rossonera: «Galliani è un amico. Ma solo fuori, non sul campo. A un certo punto ha provato anche a mediare, per tentare di ricucire. Gli ho risposto alla mia maniera, abbiamo discusso. Era amareggiato, lui sì che è un tifoso. Purtroppo del vecchio Milan si è preso lo stemma ma non lo stile. Bastavano anche cose piccole con Gigio, attenzioni, amore. Tipo quando i tifosi hanno messo lo striscione sotto la sede (questo qui: Milan, ecco lo striscione contro Donnarumma di cui parla Raiola – FOTO, ndr). Perché nessuno è andato a levarlo? Non l’hanno difeso dalle critiche». Il concetto è nuovamente ribadito.

Raiola attacca ancora il Milan: «Sento puzza di mobbing»

Come già spiegato alle televisioni, Raiola teme addirittura per l’incolumità di Donnarumma. Per questo, confida il procuratore, assumerà delle guardie del corpo a Milano. Dovesse rimanere, così come annunciato dal Milan, fino al giorno della scadenza, per il super-procuratore non ci sarebbe alcun problema: «Non ha tradito nessuno. Il Milan L’ha perso, non l’ho portato via io. Però resta un giocatore del Milan fino al 30 giugno 2018. Il contratto lo rispettiamo noi, ma pure loro. È incedibile? Bene. Di sicuro starò molto attento, sento già puzza di mobbing. Tribuna? Deciderà Vincenzo Montella, spero non faccia la bandieruola». Nessuna discussione invece sulla presunta clausola rescissoria da inserire nel rinnovo del portiere: «Alla provocazione da 200 milioni del Milan, ho risposto con 10 e 5 in caso di mancata Champions League. Ma era un pour parler». Finito però molto male.

Raiola sul futuro di Donnarumma: «Juventus in difficoltà»

Dove finirà ora Donnarumma? Difficile dirlo, ma le richieste di certo, spiega Raiola, per il ragazzo non mancano e non sono mai mancate: «Real Madrid? Non ho parlato con nessuno, però lui è nato pronto. Juventus? Credo sarebbe in difficoltà. Per rispetto». L’ultima apertura però al Milan c’è: Raiola parla di perdono e di decisioni che possono non essere irreversibili, qualora una delle due parti lo voglia davvero: «Se mi richiamano io rispondo sempre, di irreversibile esiste solo la morte. Ma penso sia meglio se va via. La palla è nel campo del Milan. Se mi chiamano io ho il dovere di ascoltare. Non ci sono i presupposti per continuare, il no resta no. E se qualcuno chiedesse perdono a Gigio? Perdonare è divino. Noi terreni…». Noi terreni possiamo farlo, in questo caso… non gratis.

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