Perché Donnarumma non ha firmato il rinnovo col Milan - Calcio News 24
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2017

Perché Donnarumma non ha firmato il rinnovo col Milan

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Donnarumma-Milan: i motivi della rottura. Ecco perché il portiere non avrebbe firmato il rinnovo di contratto col Milan. Alla base non solo questioni economiche, ma pure problemi di tempistiche con Raiola…

La verità, un pezzo alla volta, sta per uscir fuori. Perché Gianluigi Donnarumma non ha rinnovato il proprio contratto col Milan? «Non per i soldi, ma per il principio», ha detto il suo procuratore Mino Raiola (qui le sue parole: Calciomercato Milan, caso Donnarumma: parla Raiola). Di quale principio parla? Donnarumma avrebbe detto di no ad un’offerta da oltre 5 milioni di euro l’anno netti dai rossoneri più bonus. Il direttore generale del Milan Marco Fassone avrebbe parlato di un’offerta complessiva, al lordo, da 50 milioni di euro in cinque anni per il giovane portiere appena diciottenne. Davvero allora può non essere stata una questione di soldi? Escludere a priori l’aspetto monetario è impossibile. Indubbiamente Donnarumma ha rinunciato a tanti soldi. È pur vero che potrebbe guadagnarne di più: il Real Madrid può offrire fino a 8 milioni di euro l’anno…

Donnarumma-Milan: ecco perché non ha rinnovato

I soldi però sono solo un aspetto della faccenda. Le ultime, infatti, rivelano che Raiola e il giocatore non avrebbero per nulla gradito le tempistiche imposte dal Milan alla trattativa. Tradotto in altri termini: i dirigenti rossoneri volevano che Donnarumma rinnovasse, ma che lo facesse in tempi stretti. Prima dell’inizio della stagione e prima ancora dei giorni caldi di calciomercato. In sostanza, secondo l’estremo difensore, il Milan gli avrebbe messo pressione, sin troppa, per accettare l’offerta, fino ad arrivare ad un ultimatum. Raiola si sarebbe opposto a queste tempistiche e non avrebbe nemmeno gradito le modalità con cui è stata sottoposta l’offerta di contratto al suo assistito. Probabilmente, alla base, c’era già una scarsa considerazione del procuratore per Fassone (da quando era alla Juventus) e per il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli (dai tempi dell’Inter). Bene, non benissimo.

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