Inter, serve una «dittatura»: ecco da chi ripartire - Calcio News 24
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2017

Inter, serve una «dittatura»: ecco da chi ripartire

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L’avventura di Stefano Pioli sulla panchina dell’Inter è destinata a terminare il 28 maggio, dopo la sfida contro l’Udinese: da chi bisogna ripartire? E’ necessaria una sorta di dittatura, un meta-stato per ripartire in attesa di una dirigenza solida e presente

Il pareggio di ieri per 2-2 nel derby della Madonnina contro il Milan ha messo definitivamente la parola fine all’avventura di Stefano Pioli sulla panchina dell’Inter. Capace di risollevare la squadra dopo la tragicomica gestione Frank de Boer, il tecnico di Parma non è riuscito nell’impresa di agguantare il terzo posto, ma non solo: attualmente la formazione nerazzurra è fuori dall’Europa League, a -1 dai cugini rossoneri che dispongono di una squadra decisamente inferiore a livello qualitativo. Oltre le difficoltà negli scontri diretti, in cui si registra la sola vittoria contro la Lazio, Pioli paga due fattori: l’eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia, ko interno 1-2 contro la stessa Lazio frutto di scelte di formazione errate del tecnico, ed i risultati ottenuti nelle ultime quattro uscite, due pareggi (2-2 con Torino e Milan) e due sconfitte (1-2 contro la Sampdoria e 2-1 contro il Crotone). A non convincere è la mancanza di personalità del tecnico ed alcune scelte tecnico-tattiche (soprattutto la gestione dei cambi). Fin dal suo arrivo era probabile l’avvicendamento a fine stagione, adesso è certo che dopo il 28 maggio (ultima giornata di campionato) l’Inter ragionerà in base ad un altro allenatore. Ma da chi bisogna ripartire? Innanzitutto da una dirigenza forte e solida: serve una figura alla Galliani e alla Marotta, che sia sempre presente e che prenda posizione e decisioni rilevanti. Restando in ambito nerazzurro, serve un meta-stato, concetto fatto proprio dalle gestioni Mancini (primo periodo) e Mourinho: uno stato nello stato, un blocco unico con Oriali e Branca strettamente connessi al tecnico. E Piero Ausilio in tal senso, in particolare dopo le ultime dichiarazioni, dovrebbe fare la valigia…

Inter, da quale tecnico bisogna ripartire? Basta azzardi

Più delicato il discorso allenatore. Una cosa pare certa: basta con azzardi e scommesse. Il tentativo fatto con de Boer non ha portato gli effetti sperati, con l’olandese sì giunto sulla panchina nerazzurra a pochi giorni dal via al campionato ma comunque non all’altezza del ruolo: deficit tecnico-tattico, difficoltà linguistiche e mancanza di personalità. Da mettere al bando dunque tutte le ipotesi esotiche: in particolare Marco Silva, tecnico dell’Hull City sponsorizzato da Kia Joorabchian, e Marcelino, in auge già per il dopo de Boer. All’Inter serve un allenatore che conosca il calcio italiano, che abbia pieni poteri decisionali e che abbia un DNA vincente: usufruendo di un’iperbole, è necessaria una dittatura. Serve disciplina, voglia di lottare e di vincere, oltre che di onorare la maglia: concetti che sembrano scontati, ma sui quali in casa nerazzurri si è spesso sorvolato negli ultimi anni. Non convincono dunque anche le candidature di Maurizio Sarri e Luciano Spalletti, che garantiscono bel gioco ma poco altro. Più fiducia e maggiori garanzie offre invece l’ipotesi Leonardo Jardim: il portoghese paga il fatto di non conoscere il calcio italiano, ma il lavoro svolto al Monaco e la capacità di gestire un gruppo ricco e variegato rappresentano un bel biglietto da visita.

Inter, da quale tecnico bisogna ripartire? Due strade: o Conte o Simeone

Se Jardim intriga e rappresenterebbe una scelta anche razionalmente ideale, le due strade che l’Inter deve seguire sono quelle che portano a Diego Simeone e ad Antonio Conte, due tecnici che incarnano i requisiti necessari per fare ripartire l’Inter. Il tecnico argentino, beniamino della tifoseria meneghina, ha raggiunto risultati importanti nella sua avventura all’Atletico Madrid ed ha dimostrato di poter competere con chiunque, anche con Barcellona e Real Madrid, nonostante valori tecnici sbilanciati a proprio sfavore. Un sergente di ferro, un uomo solo al comando: il Cholo ha la garra necessaria. Cos’altro dire invece di Conte, protagonista di una stagione straordinaria al Chelsea? Il cv parla per lui: i successi in Serie B con Bari e Siena, le vittorie con la Juventus, il cammino più che positivo ad Euro 2016 con la Nazionale azzurra ed il titolo di Premier League sempre più vicino con i Blues. E con lui non si sgarra: non ammessi cali di concentrazione, comportamenti non professionali e prestazioni non all’altezza. Chiedere a Buffon e compagni…

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