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2017

Napoli – Atalanta: maledetto Gasperini. Sarri, le senti le voci?

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Napoli – Atalanta: Gasperini schianta Sarri. Nerazzurri pieni di brio, azzurri senza idee in mezzo al campo. Sarebbero tante le domande da fare all’allenatore partenopeo, che però non potrà rispondere

Maledetto Gasperini e la sua Atalanta, per il cuore dei tifosi napoletani. Ancora una volta. Sembra ormai un tabù il confronto con l’ex tecnico del Genoa per il Napoli e per il suo allenatore: al San Paolo nell’anticipo contro l’Atalanta, il Napoli deve nuovamente chinare la testa e continua ad espandersi una netta sensazione di negatività attorno al gruppo. Scelte che fanno discutere, quelle del tecnico toscano, e che non verranno però discusse da alcune tesserato azzurro, essendo la società del presidente Aurelio De Laurentiis ancora in silenzio stampa. Quindi nessuno chiederà a Sarri il perché della scelta di tenere in panchina sia Pavoletti sia Milik, puntando ancora su Mertens centravanti. Al San Paolo, tornando ai fatti, l’Atalanta guidata dal giovane fenomeno Mattia Caldara e da capitan “Papu” Gomez ha sfoderato una gande prestazione, ma non può che risaltare l’allergia dei partenopei con i bergamaschi (1-0 all’andata, la gara con cui Gasp salvò la panchina, e 2-0 al ritorno) oltre che quella di Sarri con Gasperini (2 vittorie del tecnico atalantino, 5 pareggi e un solo successo per l’allenatore del Napoli). Temi della gara, i soliti di quando il Napoli non riesce a distendersi, a trovare soprattutto le due mezzali con Hamsik e Zielinski entrambi disastrosi, ma anche la manovra che non sapeva andarli a pescare.

Napoli – Atalanta 0 – 2: l’analisi della gara

Altro problema non superato: i reiterati duelli individuali cui Gasperini ha costretto Hysaj con Gomez, in netta difficoltà mentre il Napoli non riusciva a dare soluzioni in copertura per il difensore albanese (ammonito già nel primo tempo, rischiando più avanti anche il rosso). Davanti, tanto movimento e poche idee: ma chissà se il peso di Milik, entrato poi assieme a Pavoletti, avrebbe fatto la differenza. Perché a far pendere la bilancia dalla parte nerazzurra è stato soprattutto il centrocampo, dove anche dopo l’espulsione di Kessié la luce non si è accesa mai. Altra chiave: la pressione di Petagna, in questo senso un attaccante unico nel suo genere, al momento di iniziare l’azione, situazione che soprattutto Albiol ha patito peccando di precisione nell’avviare la manovra. Le classiche dinamiche di quano si affronta Gasperini: zona centrale chiusa benissimo dal trio Toloi-Caldara-Masiello e ottime coperture a uomo sui centrocampisti e sui loro movimenti. Forse proprio il motivo per cui Sarri ha rinunciato alla punta “pesante”, per non dare punti di riferimento. In ogni caso, silenzio stampa o no, le voci si alzeranno presto e saranno quelle dei tifosi: la panchina cui Sarri ha costretto le due punte costate grandi investimenti alla società renderanno ancor più nero l’umore di De Laurentiis? Forse sì, ma dopo il ko con l’Atalanta la vera risposta il Napoli la dovrà dare non solo più di fronte al Real Madrid: se l’Inter battesse la Roma i nerazzurri affiancherebbero gli altri nerazzurri, la fantastica Atalanta, a quota 51 e la Lazio può arrivare a 50 battendo l’Udinese. Una corsa al terzo posto che diventerebbe senza dubbio più complicata per Sarri e il suo Napoli opaco (e silenzioso…) visto oggi al San Paolo.

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