Rafael e il Cagliari: «Sto bene qui, possiamo risalire la classifica» - Calcio News 24
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2017

Rafael e il Cagliari: «Sto bene qui, possiamo risalire la classifica»

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Rafael

Intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, Rafael si racconta: «Mi fa piacere che Giulini abbia investito sull’uomo. L’Hellas…»

Rivincite? «Macché». Sassolini? «Ma no». Rabbia? «Proprio no». A quasi 35 anni Rafael si è preso la porta del Cagliari e il Cagliari si è preso lui, rinnovandogli il contratto lunedì dopo la gara contro la Juve e la splendida parata su Dybala. «Mi fa piacere che abbiano scelto l’uomo», e il tweet del presidente Giulini («Grande Rafa, avanti insieme») gli ha dato una carica enorme. Rafael è diverso da tanti altri calciatori: è laureato in economia. è figlio di due ingegneri, è cresciuto nel Santos. «Ogni tanto Pelè veniva al campo. Ho studiato nell’università del presidente. Dopo il biennio ho optato per il marketing, ma per ora voglio solo fare il portiere». E si vede.

PASSATO E PRESENTE – Il 3 marzo farà 35 anni e lei è tornato titolare in A. Davvero nessuna rivincita, neppure verso il Verona che a dicembre 2015 l’aveva giubilata dopo una brutta gara col Frosinone? «Ho sempre creduto in me stesso e mi sono impegnato tanto. La mia felicità è far parte di un gruppo di 24 persone dove tutti si aiutano. Davvero non ce l’ho con il Verona, ho passato otto anni bellissimi, ho tanti amici, la vita va avanti». Eppure Giulini e Setti per certi versi sembrano simili… Giovani, passionali, vicini alla squadra. «Giulini mi ha conquistato con una telefonata, col suo progetto ambizioso di società, stadio, sogni. E’ innamorato del calcio e gestisce una società sana. Ho accettato subito nel gennaio 2016. Setti lo conosco meno, a Verona ho avuto più presidenti».

IL RISCATTO – Cosa le ha detto Rastelli il 22 dicembre quando le ha dato la porta del Cagliari? «Me lo ha detto il giorno prima della gara col Sassuolo. Mi ha chiamato e mi ha detto “Mi fido di te, ti vedo pronto”». Lei è molto unito col gruppo e ha un amico vero, Diego Farias, brasiliano come lei… «Ci conosciamo da quando lui era al Chievo e io al Verona: mangiavamo nello stesso ristorante. Ora lo facciamo qui, allo Smel, la casa dei brasiliani. Anzi, devo organizzarmi: dopo il rinnovo devo offrire la cena a tutti». Ora c’è da pensare al Cagliari: «Dobbiamo fare punti e credere in quel che ha chiesto il presidente (arrivare tra il 10° e il 12° posto), abbiamo giocatori importanti. Dobbiamo consolidare la salvezza, ma arrivando cattivi a Genova con la Samp».

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